ESSERE NEL FUOCO – conflitto e diversità come strumenti di trasformazione sociale
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In StockLa Valle del fare anima, introduzione al libro di Giuseppe Conoci
È un grande onore per me introdurre al pubblico italiano l’esperienza e il lavoro di Arnold Mindell nello specifico di questa straordinaria opera dedicata al conflitto, alle sue molteplici facce ed opportunità. Sono convinto che la teoria e la pratica descritte in questo libro possano aprire nuovi, entusiasmanti orizzonti nelle nostre interazioni umane, nel rapporto tra singolo e collettività e nella relazione tra psicologia, spiritualità, arte e politica. Numerosi sono gli elementi che mi affascinano del lavoro qui presentato, desidero metterne in evidenza alcuni.
Conflitti e problemi non sono solo qualcosa da risolvere, una seccatura di cui liberarsi quanto prima. Forse non sono affatto qualcosa da risolvere, bensì processi attraverso cui passare con la totalità della propria persona e dai quali apprendere o piuttosto lasciarsi trasformare.
Come accade nel processo creativo, ogni ‘soluzione’ è sempre una trasformazione di sè.
I conflitti sono un mezzo di straordinaria potenza e creatività se affrontati nella giusta maniera, grazie a loro possiamo espandere la consapevolezza di noi stessi, degli altri, dei propri e altrui bisogni precedentemente ignorati e della profonda interconnessione tra le parti.
Attraversando il fuoco da essi generato, possiamo bruciare l’inessenziale a cui spesso ci aggrappiamo e con cui facilmente ci identifichiamo e aprire un varco sulla nostra umanità sommersa. Il fuoco del conflitto anziché condurre alla discordia, all’intolleranza e alla reciproca ostilità può divenire carburante per generare rapporti autentici, filiali, facendoci scorgere l’umanità che ci accomuna dietro ogni ferita.
Abbiamo gravemente smarrito il fremito derivante dal sentirci parte di una comunità alla quale sentiamo di appartenere e all’interno della quale possiamo aprirci lasciando affiorare la nostra interiorità: le nostre aspirazioni e le nostre paure più profonde, la nostra rabbia, le nostre ferite, la gioia d’affermare chi siamo. Sono poche le persone, dotate di un coraggio sopra la media o di una necessità interna, che si dedicano a questa pratica, rompendo la barriera tra la loro vita privata e la vita pubblica, tra l’universo intimo delle loro emozioni e il mondo, queste persone le chiamiamo artisti e affidiamo inconsciamente a loro l’incarico di salvarci da noi stessi, offrendoci di tanto in tanto una parola poetica, una parola vera, come acqua fresca nel deserto in cui abbiamo condotto i nostri cuori.
“Come stai?” mi capita di chiedere e spesso la risposta che ricevo è un sorridente “Ci difendiamo”. Non abbiamo coscienza di essere profondamente senza difese dentro la vita e che tale condizione di vulnerabilità è lo sfondo comune a tutti noi. Leggere questo libro e fare esperienza delle parole in esso contenute ci aiuta a riconoscere questo terreno comune, grazie al quale possiamo ritrovare fiducia nella nostra umanità e la forza di aprirci gli uni verso gli altri e cercare risorse persino in ciò che appare minaccioso.
Interiore ed esteriore vanno assieme. Politica e lavoro interiore quotidiano non sono separabili.
Ho sempre avvertito una profonda scissione tra gli ambienti in cui si praticano discipline psicofisiche (psicoterapia, yoga, ricerca interiore…), finalizzate al benessere della persona, e gli ambienti in cui gruppi di persone s’incontrano per raggiungere assieme delle finalità politiche e sociali. Ho sempre avvertito una strana riluttanza tra questi due mondi a unirsi e concorrere assieme verso un traguardo comune. Sembra quasi futile, fuori luogo o persino proibitivo, quando ci si trova in uno dei due contesti, portare argomenti riguardanti l’altro, anche solo accennarne l’esistenza. Nonostante ciò, spinto da una segreta frustrazione, ho sempre sentito e coltivato dentro di me il bisogno di far dialogare queste due realtà, di mettere insieme questi due mondi, e la certezza che ogni altro tentativo di cambiamento fosse vano.
L’incontro con questo libro di Mindell alcuni anni fa ha messo fine in me a tale separazione, aprendomi un nuovo orizzonte: il worldwork, un metodo creato dall’autore, attraverso il quale persone di differenti nazionalità ed estrazione sociale s’incontrano per indagare assieme i problemi del mondo e allo stesso tempo la propria persona, in un certo senso usando i problemi come pretesto per un lavoro su se stessi, e la propria persona come campo di cambiamento sociale. Di fatto non si può muovere una critica al mondo senza essere disposti a guardare il mondo di cui siamo portatori, l’universo complesso della nostra stessa persona.
“Se le idee presentate in questo libro verranno prese sul serio e applicate, potrebbero modificare la propensione violenta del corso della storia.”
Michael Toms, New Dimension Radio
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CONFLITTO E DIVERSITA’ COME STRUMENTO DI TRASFORMAZIONE SOCIALE
“Interiore ed esteriore vanno assieme. Politica e lavoro interiore quotidiano non sono separabili. Non si può muovere una critica al mondo senza essere disposti a guardare il mondo di cui siamo portatori, l’universo composito della nostra stessa persona.
In questo libro Mindell ci parla di worldwork, ossia di come persone di differente nazionalità ed estrazione sociale possano incontrarsi per indagare assieme i problemi del mondo e allo stesso tempo la propria persona, dimostrandoci come il fuoco della diversità e del conflitto anziché condurre alla discordia, all’intolleranza e alla reciproca ostilità può divenire carburante per generare rapporti autentici, filiali, facendoci scorgere l’umanità che ci accomuna dietro ogni ferita.
Sino ad oggi la psicologia, la fisica e i cambiamenti sociali sono rimasti campi separati, in questo libro Mindell porta la psicologia oltre il lavoro su se stessi, nelle aree ad alta tensione della coscienza sociale, conduce la politica al di là degli interessi immediati e dei problemi mondani e la indirizza verso la costruzione della comunità, il piu antico e sacro obiettivo degli esseri umani.
Un libro prezioso per chiunque si senta impegnato a costruire un nuovo modello di società, indipendentemente dalla propria professione e dal proprio ruolo nel mondo.
“Se le idee presentate in questo libro verranno prese sul serio e applicate, potrebbero modificare la propensione violenta del corso della storia.”
Michael Toms, New Dimension Radio
“Mindell, con la sua prospettiva circolare, ci allena a pensare senza enfasi, senza giudizio, e ci aiuta a capire la politica e la società, assieme a tutto ciò che scorre attorno e dentro di noi. Usa un linguaggio razionale per portarci al cielo spirituale, trattiene le parole mistiche ma ci fa arrivare lo stesso allo spazio straordinariamente libero.”
Haruhiko Yamanouchi
“Questo libro è una risorsa eccellente e di inestimabile valore sul lavoro di gruppo e la trasformazione dei conflitti. Arnold Mindell è un pioniere, un visionario e un leader che sa riconoscere come, attraverso la qualità del processo ed il lavoro collettivo, gli esseri umani possano fiorire e giungere a soluzioni creative impensate”
Angeles Arrien Ph. D.
“Questo libro rappresenta uno stimolo straordinario ai leaders di qualsiasi gruppo”
June Singer Ph. D.
Arnold Mindell è nato negli Stati Uniti nel 1940.
Ha conseguito un Master in Fisica al Massachussets Institute of Technology (MIT) di Cambridge e, arrivato a Zurigo per proseguire gli studi scientifici, si è invece appassionato alla psicanalisi. E’ diventato un quotato analista junghiano, ma si è poi allontanato—negli anni Settanta– dalle teorie del maestro per lavorare sui sintomi corporei e sul sogno. Ha così elaborato, grazie anche a concetti attinti dallo sciamanesimo e dal Taoismo, un originale approccio terapeutico internazionalmente noto come Process Oriented Psychology (Process work).
Ha in seguito ulteriormente modificato la propria metodologia, conferendo alla terapia una dimensione sovraindividuale, attenta alle componenti sociali e politiche, arrivando così a gestire la conflittualità in gruppi numerosi ed estremamente eterogenei (worldwork) seguendo il principio della deep democracy.
Ha scritto una ventina di libri e alterna il lavoro di docente e terapeuta a Portland in Oregon—dove risiede con la moglie Amy, sua collaboratrice– a seminari e lavori terapeutici tenuti in tutto il mondo. Ultimamente è tornato ad interessarsi di fisica quantistica e a cercare connessioni tra quest’ultima, la sua pratica terapeutica e l’ambiente.
Indice
La valle del fare anima di G. Conoci
Prefazione di A. M. Torriglia
Arnol Mindell e il mio amico muratore di H. Yamanouchi
Introduzione all’edizione italiana di A. Mindell
ESSERE NEL FUOCO
Parte prima – La storia del mondo al contrario
1 Fuoco: il prezzo della libertà
2 Gruppi: i maestri impossibili
3 Rango: un doppio segnale
4 Potere e pregiudizio nella relazione
5 Vendetta e trasformazione culturale
6 Abbracciare il terrorista
7 I problemi di abuso del facilitatore
8 Abuso pubblico e affermazione della propria voce
9 Come le società buone fanno la guerra
10 Chi è razzista?
Parte seconda – Rivoluzione: gli anziani nel fuoco del conflitto
11 Cantare le acque agitate
12 Chi detiene il denaro?
13 I meta-strumenti degli Anziani
14 Violenza ed equanimità
15 La tecnica e il Tao della guerra
16 La rivoluzione della consapevolezza
Dalla seconda di copertina:
“Imparare a essere in armonia con gli altri è un ideale troppo facile da dichiarare. Lavorare nei forum cittadini, nelle bande, nelle comunità, nel mondo degli affari e nelle università crea molteplici stress. Vi trovate a dover affrontare situazioni così impreviste e persone così diverse da voi che in un primo momento tutto ciò che potete fare è meravigliarvi, disperarvi o rimanere shoccati.
Ma a volte accade qualcosa se vi immergete in questo lavoro e lasciate che vi faccia a pezzi. Iniziate a capire che quelle stesse situazioni che vi sembrano così impossibili possono rivelarsi i vostri maestri migliori.
È un momento determinante. La tradizione occidentale accetta individui, oggetti o luoghi come potenzialmente sacri. Ma i gruppi? No. Il processo? Non ancora. Eppure, proprio i gruppi più resistenti, più stridenti e più rigidi si rivelano i vostri mentori spirituali. Non solo vi fanno a pezzi, e non vi insegnano nemmeno fatti o teorie: vi insegnano la consapevolezza e l’apertura all’impossibile. Vi trasformate assieme a loro. Non pensate più a voi stessi come a un facilitatore, ma come a una persona che impara… e persino come a un devoto di ciò che È. Ciò significa che avete appreso una lezione cruciale: la comunità non è solo il peggiore dei vostri problemi, ma anche il vostro maestro più sacro.” A.M.
Informazioni aggiuntive
Peso | 1 kg |
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