Filosofia della cura
Versione Standard€18.00
In StockIl lavoro di cura è quello che più contraddistingue il presente: dagli asili ai musei, dalle scuole agli ospedali, dalle farmacie alle biblioteche, un enorme complesso macchinico è dietro alla conservazione dei nostri corpi fisici e simbolici. Il sistema politico, amministrativo e finanziario ha costruito un’istituzione totalizzante che pretende il nostro coinvolgimento assoluto, sia in quanto partecipanti attivi del sistema di cura in atto, sia in quanto malati perpetui, pazienti schedati e inseriti sin dalla nascita in un apparato medico che già prevede per noi una terapia di cui in quell’istante si conosce solo l’esito finale.
Il tema della cura – di sé, degli altri, delle cose, dell’arte – ha una lunga tradizione filosofica, di cui questo libro ripercorre le tracce. Da Platone ad Alexander Bogdanov, attraverso Hegel, Heidegger, Bataille e fino a Groys stesso, Filosofia della cura affronta una questione centrale del presente: chi dovrebbe essere il soggetto della cura? Dovrei fare da me o fidarmi degli altri, del sistema, delle istituzioni? In questo pamphlet denso e illuminante il concetto di cura di sé diventa un principio rivoluzionario che ci costringe a fare i conti col meccanismo di controllo dominante.
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Versione Standard
«Dolci seppe far confluire l’intera gamma dei registri espressivi in un senso di vastità e quasi di possibile verginità di fronte all’incombere del “mostro del potere”.» – Daniele Piccini, La Lettura
«Venuto in Sicilia nel ’52, per molti anni ho sentito come la tentazione l’abbandonarmi a scrivere poesia […] Finché nel ’68-’69 ho avvertito netta la necessità di valorizzare la sottile possibilità della poesia per contribuire a rispondere all’interrogativo: di che qualità volevamo lo sviluppo per cui ci impegnavamo».
Dopo anni di assenza, torna finalmente in libreria la raccolta poetica – pubblicata da Einaudi nel 1974 – in cui Danilo Dolci dà «forma unitaria a una materia unitaria»: i versi che ha scritto dal suo arrivo in Sicilia e che sono spesso stati occasione di confronto tra quanti partecipavano alle attività che animava verso un mondo nuovo.
€16.00Autore / Autrice : Danilo DolciAnno : 2016
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Versione Standard
L’ottavo giorno non è un tempo, ed è tuttavia “il tempo” sempre tacitamente presente, necessario a vivere il senso di un frangente che è vita, la più fonda, la più vera. Parallelo al silenzio, contiene tutto l’ineffabile, ma insieme avvolge ogni parola, la sua anima, ogni evento, ogni passaggio. L’ottavo giorno è la fine, la consumazione, la trasfigurazione, e insieme il principio, l’origine, la bellezza e l’incanto, la pienezza e il vuoto che la fa risaltare.
€8.00Anno : 2008Autore / Autrice : Christian Bobin
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Versione Standard
Per la prima volta Mariangela Gualtieri ha scritto una raccolta poetica fortemente strutturata, con un ritmo meno magmatico delle precedenti, scandito da sezioni che articolano il libro alternando temi e toni diversi, in particolare il canto gioioso, quasi francescano, della natura e la riflessione sulle cose umane, sullo strappo del tempo, sul momento finale, più misterioso che triste, che trasforma il niente in “un niente più grande”. In realtà le cinque sezioni del libro, se danno una sensazione di maggiore classicità (come i cinque atti del teatro antico), sono legatissime fra loro, in parte concatenate, in parte attraversate da fili addirittura lessicali, e proseguono fedelmente il discorso poetico dell’autrice, sempre fortemente ispirato. Non mancano dunque scissioni interiori, proliferare di voci profonde e laceranti, come nelle raccolte passate, ma la prospettiva trascendente è perlopiù proiettata all’esterno, su un albero, sull’aria che sta fra i corpi, sul silenzio che lega le cose. E questa prospettiva, in misura ancora maggiore che in “Senza polvere senza peso”, traccia un percorso di felicità istintivo e infuocato, ma nello stesso tempo pacificante. Anche a livello metrico il libro mostra un rapporto più pacato con la tradizione, con una forte disseminazione di endecasillabi e altri versi regolari, senza perdere il senso più profondo dell’originaria aggressività.
€12.50Autore / Autrice : Mariangela Gualtieri
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Versione Standard
Il corpo ha un linguaggio proprio, attraverso il quale esprime la gioia e la sofferenza; ma è anche linguaggio in sé, un “libro di carne”. Imparare a leggere il corpo vuol dire prestare attenzione alla sua struttura, saper decifrare le forme del labirinto anatomico. Significa anche riascoltare quanto raccontano i grandi miti dell’umanità intorno alla natura e alla sottile funzione di ogni organo. Implica, infine, la riscoperta dell'”albero” dei qabbalisti: se l’uomo è «creato a immagine di Dio», la figura del suo corpo dev’essere letta come riflesso terrestre di quell'”albero di vita” di cui parla la tradizione della Qabbalah.
€24.00Anno : 2010Autore / Autrice : Annick de Souzenelle
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Versione Standard
“Fra il desiderio profondo di legarsi, di impegnarsi corpo e anima, e il desiderio ugualmente profondo di conservare la propria libertà, di sfuggire ad ogni legame, che caos!”
È difficile trovare dei testi che parlino del matrimonio senza cadere nella retorica o nel facile moralismo.
Singer ci è riuscita benissimo, e ci ha regalato un libro prezioso, stimolante, graffiante, seducente, ispirato da saggezza e follia.
€12.00Autore / Autrice : Christiane Singer
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Christian BobinVersione Standard
SOLITUDINE: DESERTO O GIARDINO? AUTORI VARI TRA CUI: ENZO BIANCHI, CHRISTIAN BOBIN, XAVIER LACROIX…
L’amare è, per lungo spazio e ampio fino entro il cuore della vita, solitudine, più intensa e approfondita solitudine per colui che ama”. Così scrive Rilke, perché la solitudine non esclude l’amore, anzi permette a questo di costruirsi in verità, oltre un possibile culto dell’amore, oltre l’illusione che la relazione con l’altro possa dispensarci dal renderci consapevoli di noi stessi. I testi qui raccolti trattano da vari punti di vista di questo essenziale esercizio spirituale, e possono offrire spunti affinché nel quotidiano e anche faticoso assumere la propria solitudine, con le sue ambivalenze, impariamo ad aprirci a tutte le dimensioni dell’amore, arrivando a coniugare amore e libertà.
Edizioni Qiqajon (Comunità di Bose)
ALCUNI ESTRATTI
Marie de Solemne: Preferirebbe parlare della solitudine come di una grazia o di una maledizione?
Christian Bobin: Innanzitutto ne parlerei piuttosto nella sua materialità. Prima di essere uno stato mentale o affettivo, la solitudine è una materia. Per esempio è proprio la materia che ho sotto gli occhi in questo momento. Sono le dieci di sera, è buio. Il cielo non è ancora completamente scuro, c’è silenzio. Anche il silenzio è molto materiale – un piccolo appartamento nel quale vivo da una quindicina d’anni, qualche sigaretta – che non riesco a impedirmi di fumare -, qualche libro – che non riesco a impedirmi di aprire -. In fondo, curiosamente, la solitudine si popola molto in fretta. La solitudine è anzitutto questo: uno stato materiale. Che nessuno venga. Che nessuno venga là dove uno è. Forse, nemmeno se stesso. Ma, per rispondere alla sua domanda, la solitudine è più una grazia che una maledizione. Nonostante molti la vivano diversamente. Succede alla solitudine come alla follia: ci sono due follie, come ci sono due solitudini. C’è una follia subita… subita da chi la vive. Questa non è invidiabile ne felice. E’ nera e basta. Nient’altro che nera, pesante. Così, c’è una solitudine cattiva. una solitudine d’abbandono, in cui uno si scropre abbandonato… magari da sempre. Questa solitudine non è quella di cui parlo nei miei libri. non è quella che io abito, e non è in essa che mi piace entrare, anche se, come a chiunque, mi è capitato di conoscerla. E’ l’altra la solitudine che frequento, ed è di quest’altra che parlo, quasi da innamorato.
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Se vogliamo trasmettere qualcosa in questa vita, è possibile con la presenza, molto più che con la lingua e la parola. La parola deve sopraggiungere in certi momenti, ma quello che istruisce, che dona è la presenza. E’ lei che silenziosamente agisce. Per esempio, un innamorato non potrà convincermi delle grazie e delle virtù della sua amata. In compenso, quello che può fare è di essere talmente pervaso, talmente portato da quell’amore, che delle onde si trasmettono da lui a me e provocano uno stupore, poi una sorta di gioia trasmessa indirettamente e allora, forse, il desiderio di amare a mia volta. Credo che uno sia contagioso di per sé. E’ la stessa cosa che avverto anche nei libri. I libri trasmettono la persona che li ha scritti. Trasmettono il suo respiro. (CHRISTIAN BOBIN)
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