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C’è una linea immaginaria eppure realissima, una ferita non chiusa, un luogo di tutti e di nessuno di cui ognuno, invisibilmente, è parte: è la frontiera che separa e insieme unisce il Nord del mondo, democratico e civilizzato, e il Sud, morso dalla guerra, arretrato e antidemocratico. È sul margine di questa frontiera che si gioca il Grande gioco del mondo contemporaneo. Leogrande ci porta a bordo delle navi dell’operazione Mare nostrum e pesca le parole dai fondali marini in cui stanno incastrate e nascoste. Ci porta a conoscere trafficanti e baby-scafisti, insieme alle storie dei sopravvissuti ai naufragi del Mediterraneo al largo di Lampedusa; ricostruisce la vicenda degli eritrei, popolo tra i popoli forzati alla migrazione da una feroce dittatura, causata anche dal colonialismo italiano; ci racconta l’altra frontiera, quella greca, quella di Alba dorata e di Patrasso, e poi l’altra ancora, quella dei Balcani; ci introduce in una Libia esplosa e devastata, ci fa entrare dentro i Cie italiani e i loro soprusi, nella violenza della periferia romana e in quella nascosta nelle nostre anime: così si dà parola all’innominabile buco nero in cui ogni giorno sprofondano il diritto comunitario e le nostre coscienze. Quanta sofferenza. Quanta indifferenza. Da qualche parte nel futuro, i nostri discendenti si chiederanno come abbiamo potuto lasciare che tutto ciò accadesse.

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Categorie: , Anno 2017

Descrizione

Da qui la mia ossessione. Se le coste europee non possono essere che frontiera, tanto vale provare a fissare sulla sabbia alcuni dettagli, alcuni brandelli di esistenza, che altrimenti verrebbero meno col venir meno delle persone. La frontiera è un termometro del mondo. Chi accetta viaggi pericolosissimi in condizioni inumane, attraversando i confini che si frappongono lungo il suo sentiero, non lo fa perché votato al rischio o alla morte, ma perché scappa da condizioni ancora peggiori. O perché sulla sua pelle è stato edificato un mondo che gli appare inalterabile.

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Nota biografica

Alessandro Leogrande è stato uno scrittore e giornalista italiano. Esordisce con Un mare nascosto (L'Ancora del Mediterraneo 2000), ambientato nella città di Taranto, cui seguono, tra l’altro, Uomini e caporali. Viaggio tra i nuovi schiavi nelle campagne del Sud (Mondadori 2008), Fumo sulla città (Fandango 2013) e La Frontiera (Feltrinelli 2015).
Con Il naufragio. Morte nel Mediterraneo (Feltrinelli 2011), sulla tragedia dell'immigrazione albanese davanti alla costa pugliese a bordo della Kater i Rades, vince il Premio Ryszard Kapuściński e il Premio Paolo Volponi; mentre con Le male vite. Storie di contrabbando e di multinazionali (L'Ancora del Mediterraneo 2003) si aggiudica il Premio Sandro Onofri. Le sue inchieste sulla criminalità organizzata, sul caporalato, sugli immigrati sono state oggetto d'interesse oltre i confini nazionali.
Negli ultimi mesi di vita ha visitato l'Argentina per approfondire le dittature che si sono susseguite nel Paese.

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