La presenza pura
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In StockLa verità è ciò che arde. La verità non è tanto nelle parole, ma negli occhi, nelle mani, nel silenzio. La verità sono occhi e mani che ardono in silenzio” Christian Bobin
Leggere Bobin per me significa ritrovare la voce intima di un amico mai conosciuto eppure così familiare, ed essere pronto a incontrare tra le pagine la potenza di una poesia senza tempo, fatta di intuizioni grandiose. (dalla prefazione di Simone Cristicchi)
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La malinconia si alza ogni mattino un minuto prima di me. È come qualcuno che mi fa ombra, in piedi fra il giorno e me. Per svegliarmi devo respingerla senza riguardo. La malinconia ama la morte, d’amore profondo. Sono anni che lotto con queste profondità, che mi sforzo di limitare la loro influenza, senza riuscirvi sempre. Solo la leggerezza della vita può cacciare l’insondabile malinconia. La leggerezza mi è sempre arrivata dalla parte dell’amore. Non dal sentimento: dall’amore. Ho impiegato tanto per vedere cosa separasse l’amore dal sentimento: quasi nulla, un abisso. Il sentimento sta dalla parte della malinconia. Ci casca a colpo sicuro, presto o tardi. Il sentimento e la malinconia nascono da una preferenza di sé per sé, da un compiacimento – esaltato o affossato – di sé per sé. Il sentimento, come la malinconia, è insondabile, pieno di spigoli e gorghi. La malinconia è la varietà triste del sentimentale. Il sentimento, come la malinconia, aderisce, lega, fonde. L’amore taglia, trancia, separa.. Il sentimento mi invischia in me stesso. L’amore mi distacca, mi sradica da me. Christian Bobin
Ho una prudenza crescente nell’impiegare parole spirituali, religiose, di Dio, essendo parole che possono subito suscitare malintesi. Temo davvero d’impiegare parole troppo pesanti e al contempo non posso privarmi di un’allusione allo Spirito, perché credo sia il fiore stesso della vita, il sangue del nostro sangue. Ma cerco di rendere la sua eterna dimensione selvatica, imprevedibile, senza uniformi, persino capace di disturbarci. Quanto ai mistici e alle mistiche, non vedo quasi separazione fra loro e i poeti. Ciò che non fa rumore ha in sé un’energia atomica e solare. Christian Bobin
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Per perdere una cosa occorre averla prima posseduta. Noi non abbiamo mai avuto nulla di nostro in questa vita, mai avuto nulla da perdere, nulla da fare se non cantare, cantare con la gola, la pancia, la testa, il cuore, lo spirito, con tutta la polvere delle nostre anime innamorate.
I momenti più luminosi della mia vita sono quelli in cui mi accontento di vedere il mondo apparire. Questi momenti sono fatti di solitudine e silenzio. Sono sdraiato su un letto, seduto a una scrivania o cammino per strada. Non penso più a ieri e domani non esiste. Non ho più legami con nessuno e nessuno mi è estraneo. Questa esperienza è semplice. Non c’è da volerla. Basta accoglierla quando arriva. Un giorno ti sdrai, ti siedi o cammini, e tutto ti viene incontro senza fatica, non c’è più da scegliere, tutto quello che viene porta il segno dell’amore. Forse la solitudine e il silenzio non sono nemmeno indispensabili per degli istanti così puri. L’amore da solo basterebbe.
Credo che con ogni nascita giunga al contempo l’anima e ciò che vuole sconfiggerla. Comincio a scorgere che uno dei sensi di questa vita è condurre una lotta costante contro ciò che può oscurarla. La posta in gioco è sempre una gaiezza fondamentale, conservare il sentimento lieto del dono della vita.
Recensioni
“Bobin fa venir voglia di scrivere. Cioè di vivere. Fa sentire che si può. Si può vivere con un mazzo di fiori, con una passeggiata, un acquazzone, vivere di un cavallo, una bambina, neve, libri… Con Bobin tornano a essere rituali le passeggiate, sacri i luoghi già visti, già annusati e misurati dai passi. Lui stesso dice di parlare di un tempo non registrato, il tempo della neve, il tempo della notte…. Bobin ci invita a una purificazione contemporanea, non contro qualcosa ma a spalla di qualcosa. Parla di bel silenzio sonnambulo, quel silenzio che dorme dentro di noi tutto squarciato dall’obbligo di parlare, di avere risposte pronte, di essere intelligenti a orario, di essere sociali.” CHANDRA LIVIA CANDIANI
“Bobin è fra coloro che hanno il compito di portare in salvo due entità così vessate dall’onnipresente impero: la lingua, la sfinita vitalità della lingua e quella che potremmo chiamare la salute ritmica del mondo, attaccata ora da quella misteriosa, sinistra forza che ci impone una generale corsa, una generale fretta, ed una conseguente mancanza di cura, di profondità, di compassione, di ispirazione – tutte entità che richiedono una ritmica lenta, di ascolto, di attesa, di rivelazione. Per questo mi rinfresca leggere Bobin: ho sempre l’impressione di una bolla di terra ferma e assolata, ombreggiata, stellata, nel bel mezzo di un prepotente, coatto sgambettare di tutto.” MARIANGELA GUALTIERI
“Questo autore discreto e raffinato, restìo ai chiassosi e mondani salotti letterari e da sempre “innamorato del silenzio e delle rose”, ancora una volta stupisce e innamora trasformando la letteratura in un misterioso viaggio verso noi stessi, un’esperienza di ascolto, presenza, contatto e meditazione”. (Federica Araco – Babelmed) http://ita.babelmed.net/letteratura/241-francia/13802-lo-scrittore-che-ama-il-silenzio-e-le-rose.html
L’autore
Christian Bobin è nato nel 1951 a Le Creusot, una cittadina della Borgogna. Ha conosciuto in Francia un crescente successo di pubblico e di critica, fino al premio che l’Académie Française gli ha conferito nel 2016. Della sua opera, la cui densità poetica affascina i lettori riportandoli ai temi fondanti dell’esistenza, AnimaMundi ha pubblicato Autoritratto al radiatore (2012), Sovranità del vuoto (2014), Mozart e la pioggia (2015), L’uomo del disastro (2015), La vita e nient’altro (2015), Resuscitare (2015), Più viva che mai (2018), La vita grande (2018), Folli i miei passi (in coedizione con Socrates 2012), Consumazione – un temporale (in coedizione con Servitium, 2014).€4.90 – €9.50-5%Autore : Christian BobinTipologia : Ebook - LibroAnno : 2015Collana : Scrittura nuda
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PROMOVersione Digitale / Standard
Una lunga lettera. Il bisogno profondo dell’altro. La voglia di scrivere, di passeggiare, di leggere. La scrittura ausculta il battito del tempo: un pomeriggio di dicembre, la neve, l’incedere improvviso della primavera, le voci dei bambini che giocano all’aperto. I libri sulla scrivania, mormorano, parlano. Il leggere e il pregare, due azioni, due gesti simili. Un perdersi nelle letture e nella vita pura, per trovare il nutrimento che aiuti a dare senso ai giorni. Un bambino si tuffa nella lettura per cercare, cercare… Un’irrequietezza, la sua, che rivela la consapevolezza sulla precarietà della vita. Eppure, Christian Bobin non vuole raccontarci l’oscurità, che ben conosce, ma soffermarsi sui punti luminosi dell’esistenza, per attraversare, come un funambolo, l’oscurità, il vuoto. Un livre de chevet, di meditazione che apre il lettore alla vita e al mondo, con Valéry, Rimbaud, Proust, Maurice Scève, Schubert in sottofondo e la piccola Hélène, di due anni, che ci racconta “il miracolo delle stagioni sul suo viso.”
€4.90 – €11.40-5%Autore : Christian BobinTipologia : Ebook - LibroCollana : Scrittura nuda
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Versione Standard€8.00Autore : Arnold Mindell
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Versione Standard
La Valle del fare anima, introduzione al libro di Giuseppe Conoci
È un grande onore per me introdurre al pubblico italiano l’esperienza e il lavoro di Arnold Mindell nello specifico di questa straordinaria opera dedicata al conflitto, alle sue molteplici facce ed opportunità. Sono convinto che la teoria e la pratica descritte in questo libro possano aprire nuovi, entusiasmanti orizzonti nelle nostre interazioni umane, nel rapporto tra singolo e collettività e nella relazione tra psicologia, spiritualità, arte e politica. Numerosi sono gli elementi che mi affascinano del lavoro qui presentato, desidero metterne in evidenza alcuni.
Conflitti e problemi non sono solo qualcosa da risolvere, una seccatura di cui liberarsi quanto prima. Forse non sono affatto qualcosa da risolvere, bensì processi attraverso cui passare con la totalità della propria persona e dai quali apprendere o piuttosto lasciarsi trasformare.
Come accade nel processo creativo, ogni ‘soluzione’ è sempre una trasformazione di sè.
I conflitti sono un mezzo di straordinaria potenza e creatività se affrontati nella giusta maniera, grazie a loro possiamo espandere la consapevolezza di noi stessi, degli altri, dei propri e altrui bisogni precedentemente ignorati e della profonda interconnessione tra le parti.Attraversando il fuoco da essi generato, possiamo bruciare l’inessenziale a cui spesso ci aggrappiamo e con cui facilmente ci identifichiamo e aprire un varco sulla nostra umanità sommersa. Il fuoco del conflitto anziché condurre alla discordia, all’intolleranza e alla reciproca ostilità può divenire carburante per generare rapporti autentici, filiali, facendoci scorgere l’umanità che ci accomuna dietro ogni ferita.
Abbiamo gravemente smarrito il fremito derivante dal sentirci parte di una comunità alla quale sentiamo di appartenere e all’interno della quale possiamo aprirci lasciando affiorare la nostra interiorità: le nostre aspirazioni e le nostre paure più profonde, la nostra rabbia, le nostre ferite, la gioia d’affermare chi siamo. Sono poche le persone, dotate di un coraggio sopra la media o di una necessità interna, che si dedicano a questa pratica, rompendo la barriera tra la loro vita privata e la vita pubblica, tra l’universo intimo delle loro emozioni e il mondo, queste persone le chiamiamo artisti e affidiamo inconsciamente a loro l’incarico di salvarci da noi stessi, offrendoci di tanto in tanto una parola poetica, una parola vera, come acqua fresca nel deserto in cui abbiamo condotto i nostri cuori.
“Come stai?” mi capita di chiedere e spesso la risposta che ricevo è un sorridente “Ci difendiamo”. Non abbiamo coscienza di essere profondamente senza difese dentro la vita e che tale condizione di vulnerabilità è lo sfondo comune a tutti noi. Leggere questo libro e fare esperienza delle parole in esso contenute ci aiuta a riconoscere questo terreno comune, grazie al quale possiamo ritrovare fiducia nella nostra umanità e la forza di aprirci gli uni verso gli altri e cercare risorse persino in ciò che appare minaccioso.
Interiore ed esteriore vanno assieme. Politica e lavoro interiore quotidiano non sono separabili.
Ho sempre avvertito una profonda scissione tra gli ambienti in cui si praticano discipline psicofisiche (psicoterapia, yoga, ricerca interiore…), finalizzate al benessere della persona, e gli ambienti in cui gruppi di persone s’incontrano per raggiungere assieme delle finalità politiche e sociali. Ho sempre avvertito una strana riluttanza tra questi due mondi a unirsi e concorrere assieme verso un traguardo comune. Sembra quasi futile, fuori luogo o persino proibitivo, quando ci si trova in uno dei due contesti, portare argomenti riguardanti l’altro, anche solo accennarne l’esistenza. Nonostante ciò, spinto da una segreta frustrazione, ho sempre sentito e coltivato dentro di me il bisogno di far dialogare queste due realtà, di mettere insieme questi due mondi, e la certezza che ogni altro tentativo di cambiamento fosse vano.L’incontro con questo libro di Mindell alcuni anni fa ha messo fine in me a tale separazione, aprendomi un nuovo orizzonte: il worldwork, un metodo creato dall’autore, attraverso il quale persone di differenti nazionalità ed estrazione sociale s’incontrano per indagare assieme i problemi del mondo e allo stesso tempo la propria persona, in un certo senso usando i problemi come pretesto per un lavoro su se stessi, e la propria persona come campo di cambiamento sociale. Di fatto non si può muovere una critica al mondo senza essere disposti a guardare il mondo di cui siamo portatori, l’universo complesso della nostra stessa persona.
“Se le idee presentate in questo libro verranno prese sul serio e applicate, potrebbero modificare la propensione violenta del corso della storia.”
Michael Toms, New Dimension Radio€15.00Autore : Arnold Mindell
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“Abitare poeticamente il mondo o abitare umanamente il mondo, in fondo, è la stessa cosa” Christian Bobin
Un estratto dal libro
“C’è qualcosa della vita che non scompare, ma che si allontana. Semplicemente si allontana per un certo tempo, come un bambino che ha avuto troppi maltrattamenti eviterà di trovarsi in presenza dei genitori che lo maltrattano. La natura, la verità, la bellezza, la dolcezza, la lentezza che sono state danneggiate sono solo indietreggiate e diventano un po’ più difficili da cogliere, da vivere. Troppo male è stato compiuto, ma non è irreversibile. Non credo all’irreversibile. Rimango molto fiducioso e lo sarò sempre, l’umano nel profondo è invincibile, incancellabile. Torneremo alle cose vive e vere. Ma per questo, occorrerà che si raggiunga il punto di estrema stanchezza. Occorrerà che non si possa fare altrimenti. L’uomo di oggi non è più cattivo di quello di ieri, è soltanto più smarrito”.
“La scrittura di Bobin è certamente poesia, perché è colma di silenzio, perché ha al proprio centro il silenzio: lo suscita, lo impone alla lettura, come respiro obbligato, come passo di forte e lento camminatore. Non lo si può leggere di corsa. La lentezza che egli persegue contagia il lettore e lo sistema in quel verbo di cui Bobin è maestro: l’auscultare, cosicché da lettori si diventa auscultatori, da corridori distratti a meditanti, da divoratori onnivori ad attenti. Bobin dunque ci conduce fuori dall’ordinario, ci educa”. Mariangela Gualtieri
“Questo autore riesce sempre ad assomigliarti. Tu leggi e pensi che sta scrivendo come scrivi tu, come pensi tu, come senti tu. Penso che tanti lettori abbiano questa sensazione rispetto a Bobin. Lui è lo scrittore che ci somiglia, ci fa credere in Dio anche se non crediamo in Dio, ci fa credere all’amore anche se non crediamo all’amore, ci fa essere buoni anche se non siamo buoni.” Franco Arminio
“Bobin fa venir voglia di scrivere. Cioè di vivere. Fa sentire che si può. Si può vivere con un mazzo di fiori, con una passeggiata, un acquazzone, vivere di un cavallo, una bambina, neve, libri… Con Bobin tornano a essere rituali le passeggiate, sacri i luoghi già visti, già annusati e misurati dai passi. Lui stesso dice di parlare di un tempo non registrato, il tempo della neve, il tempo della notte…. Bobin ci invita a una purificazione contemporanea, non contro qualcosa ma a spalla di qualcosa. Parla di bel silenzio sonnambulo, quel silenzio che dorme dentro di noi tutto squarciato dall’obbligo di parlare, di avere risposte pronte, di essere intelligenti a orario, di essere sociali.” Chandra Livia Candiani
“Bobin è fra coloro che hanno il compito di portare in salvo due entità così vessate dall’onnipresente impero: la lingua, la sfinita vitalità della lingua e quella che potremmo chiamare la salute ritmica del mondo, attaccata ora da quella misteriosa, sinistra forza che ci impone una generale corsa, una generale fretta, ed una conseguente mancanza di cura, di profondità, di compassione, di ispirazione – tutte entità che richiedono una ritmica lenta, di ascolto, di attesa, di rivelazione. Per questo mi rinfresca leggere Bobin: ho sempre l’impressione di una bolla di terra ferma e assolata, ombreggiata, stellata, nel bel mezzo di un prepotente, coatto sgambettare di tutto.” Mariangela Gualtieri
€3.90 – €9.50-5%Anno : 2019Autore : Christian BobinTipologia : Ebook - LibroCollana : Piccole Gigantesche Cose
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Data di uscita del libro : giovedì 12 dicembre
“Acqua. Acqua sulle mani di Medea, sulle labbra di Didone, sugli occhi di Penelope. Acqua tra loro e il mare. Acqua tra un uomo e una donna, tra le parole e il silenzio, tra il cielo e la terra. Acqua, per portare via secoli e secoli di inganni, potere, bugie”.
È al mare e al mito greco che Marilena Lucente si è da tempo rivolta per esplorare un mistero ancora vasto e in larga parte sconosciuto, cioè l’identità femminile nel suo rapporto con il tempo e la storia. In queste tre brevi prose, Medea, Didone e Penelope prendono la parola per raccontare cos’è stato, per loro, il mare infinito e vicino. Medea, la prima donna ad averlo attraversato a bordo di una nave, si è fatta straniera e assassina per un uomo che solo grazie a lei ha potuto affermare se stesso: proprio per questo, però, si vede respinta al di là del mare, scacciata da una terra dove già era straniera. A Didone, che viveva in un lutto perenne sulla riva del mare, un uomo giunto dal mare riesce a donare un nuovo presente, ma le nega il futuro promesso fuggendo sul mare. Penelope, che Ulisse aveva portato a Itaca, attende circondata dal mare: l’uomo che vaga sul mare le ha lasciato unicamente un’attesa da colmare e difendere, perché anche l’inganno viene dal mare, assieme alla speranza e alla gioia. Tre prose chiare e dense, che del mare accolgono in sé l’oscillare incessante e la capacità di donare simboli, immagini e allusioni sempre nuove. Le donne del mito acquistano vita e prendono voce; il mare, intanto, separa e unisce, genera e uccide, inghiotte e sostiene, riconduce e disperde. Dalla superficie delle onde e delle parole, il lettore vede affiorare i volti delle donne che ha conosciuto da sempre, tutt’uno con il mistero delle profondità: simboli e presenze si identificano gli uni con gli altri. Le brevi poesie che aprono il volume e che, a sorpresa, lo chiudono, vengono a posarsi come gabbiani sulla vastità delle riflessioni che questi tre racconti hanno saputo suscitare.
€3.90 – €12.00-20%Anno : 2019Autore : Marilena LucenteTipologia : Ebook - Libro
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