28.00

In Stock

Con Walter Benjamin, sognatore sprofondato nel paesaggio.

Amburgo, 1932. Un uomo dall’aria stanca, abito scuro e ventiquattrore alla mano, si appresta a salire sulla passerella del cargo Catania, diretto a Ibiza. È Walter Benjamin, critico e scrittore ancora senza fama né opera, in fuga da una Germania sull’orlo della follia. Isolato e lontano da ogni forma di modernità, finirà per indagare il proprio tempo come nessun altro.Losanna, 1980. A pochi giorni dall’attentato che ha ucciso ottantacinque persone nella stazione di Bologna, un uomo arruffato e infreddolito varca la soglia di un bar di periferia, terra franca di neonazisti e fanatici antisemiti. È Frédéric Pajak, scrittore e disegnatore inclassificabile, alla deriva per l’Europa inseguendo l’opera di una vita, «un libro fatto di parole e immagini, scene d’avventura, ricordi sparsi, aforismi, fantasmi, eroi dimenticati, alberi, la furia del mare».Mescolando episodi autobiografici e affondi sulla straordinaria figura di Benjamin, Pajak ricostruisce con passione critica alcuni momenti fatali del Novecento europeo, tavola dopo tavola, frase dopo frase, muovendosi tra Parigi, Capri e una desolata Sicilia d’aprile.Entrare nelle pagine e perdersi fra i tratti a china degli oltre cento disegni di Manifesto incerto significa intraprendere un viaggio militante e commosso nei territori della melanconia e della bellezza.

 

 

Compare
Categorie: , Anno 2020

Descrizione

Pajak cantore affascinato di Benjamin, Pajak agiografo di Benjamin? Nient’affatto. È questa una ulteriore qualità del Manifesto incerto – e l’aggettivazione è importante, fondamentale: indebolisce la solidità un poco arrogante e avanguardista del sostantivo. Benjamin è “esteta, moralista, populista, amante risentito dell’alta dialettica”; Benjamin è “marxista, nostalgico, anarchico e scettico allo stesso tempo”; Benjamin è “non ha mai svolto alcun lavoro manuale. È l’archetipo del ‘ragazzo borghese di buona famiglia’ che si prende una cotta per la classe operaia”.
Però Benjamin è anche l’ispiratore profondo, colui che “contrappo[ne] il romanziere al narratore – va da sé, con una netta predilezione per quest’ultimo” (che poi, nella lettura di Benjamin, si trasforma nell’opposizione fra Céline e Zola); Benjamin è colui il quale “al proletario eroico contrappone il Lumpen ma anche la puttana, il flâneur – che guarda ma non compra –, il cenciaiolo che rovista nei cassonetti. E si identica con quest’ultimo, che ‘alle prime luci dell’alba solleva col suo bastone gli stracci linguistici, per gettarli nel suo carretto brontolando […]’”.

Informazioni aggiuntive

Editore

Nota biografica

Nato in Francia nel 1955, Frédéric Pajak ha avuto un’esistenza assai tribolata. A sedici anni viene ammesso all’Accademia delle Belle Arti, ma vi resta solo un semestre, oppresso dalla rigidità dell’ambiente. È l’inizio di un lungo valzer di mestieri che lo porterà negli anni successivi a lavorare come operaio, grafico, cuccettista sui treni notturni, inserviente in un macello industriale. In questi anni conosce la povertà più disperata – arrivando a chiedere l’elemosina tra i boulevard di Parigi – e una solitudine cui riesce a sfuggire soltanto grazie alla scrittura, alla poesia e al disegno. I libri della serie Manifesto incerto, l’impresa letteraria di una vita, intessono esistenze, parole e immagini di grandi figure dell’arte e del pensiero del XIX e del XX secolo.

Anno

Recensioni

Ancora non ci sono recensioni.

Recensisci per primo “Manifesto incerto”

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *