Rispetto per chi sa
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In StockViveva nel posto più bello di Napoli, ed era stato persino più bello di così.
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C’è un’Italia assopita che non è quella delle grandi città, né quella dei borghi patinati che vediamo sui dépliant turistici. C’è un’Italia che non è Roma o Milano, né tantomeno Civita di Bagnoregio o la costiera amalfitana. C’è un’Italia che non sta sotto i riflettori ma se ci capita è a causa di qualche catastrofe naturale. C’è un’Italia che rischia l’estinzione, che è silenziosa, disabitata: è l’Italia dell’entroterra appenninico, delle zone collinari e pedemontane, dei piccoli borghi abbandonati, ai margini del commercio, dell’industria, della cultura. Chi può raccontarla meglio del paesologo Franco Arminio, che gira l’Italia interna cantando poesie, e di Giovanni Lindo Ferretti, ex cantante dei CCCP che oggi dimora sulle alture di Cerreto Alpi ricucendo i legami millenari che avvolgono uomini, cavalli e montagne? Due storie appenniniche da due prospettive diverse che però si intersecano in più punti dando vita a un dialogo costruttivo e al tempo stesso malinconico su un mondo dimenticato da Dio che però resta l’unico luogo da dove Dio si può ascoltare.
Autore : Franco Arminio - Giovanni Lindo Ferretti
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“Tornare al cibo di allora, alla memoria di quel mondo, spesso elude i dolorosi temi connessi; i vecchi non vogliono ricordare, i giovani non sanno e forse non vogliono sapere, gli studiosi cercano conferme a teorie preconfezionate di solito agiografiche. C’è ancora ritegno negli ex mezzadri nel parlare del desiderio di mangiare, quando mangiare non era scontato, il cibo non si poteva scegliere e la quantità era limitata; la rimozione della fame dalla memoria individuale e collettiva è un’operazione legata a vissuti insostenibili, tra cui la vergogna e l’impotenza. C’è una foga nel mangiare, nel terminare tutte le pietanze, nel non lasciare avanzi nel piatto che denuncia il nutrirsi di oggi legato a bisogni di ieri. Ripresentare le pietanze di allora, moltiplicate per dieci, così come fanno i miei conterranei, potrebbe rispondere al desiderio di confrontarsi con la fame finalmente ad armi pari e cancellarne le tracce che ancora si manifestano nel linguaggio e nei comportamenti.”
Giuseppina Pieragostini
€14.00Editore : PentàgoraAutore : Giuseppina Pieragostini
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Versione StandardChandra Livia Candiani mi sembra inventi, prima di tutto, una grammatica, una sintassi, una relazione tra le parole, una punteggiatura, che è la cosa più bella e più difficile che possa fare un poeta.Paolo Nori«Le poesie di Vista dalla luna parlano di una bambina che si chiama Io. Viene dalla luna perché così le ha detto la madre nei cui ricordi lei non c’è mai. Uno sguardo lunare, uno sguardo di visioni e di distanze l’aiuta a scampare. Una bambina senza tana, fa tana nel sogno. Non è stata sognata, ma ora lei sogna il mondo, sogna gli altri. Queste poesie non fanno appello alle emozioni, ma alle visioni, alla nostra capacità di vedere oltre l’opacità dei fatti, al nostro essere profeti della realtà. (…) La porta è una lunga poesia, una poesia di settantasei pagine. C’è un’infanzia minacciata, c’è il tentativo di salvarsi senza pronunciare parole, orientandosi coi nomi dei fiori, costruendo creature di neve, lasciandosi guidare da animali disegnati. Perché la poesia è un sostegno leggerissimo, quasi impalpabile e salvala vita».
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“Qual è il futuro della nostra capacità di generare? Cosa succederà a quelle funzioni fisiologiche che tralasciamo di impiegare? Poiché sta cambiando il modo di fare nascere i bambini, dobbiamo, di conseguenza, attenderci un qualche mutamento della nostra specie? Le acquisizioni della scienza in rapido sviluppo sapranno donarci una nuova consapevolezza? Con competenza e attenzione interdisciplinare, Michel Odent, chirurgo e ostetrico di fama mondiale, prova a mettere a fuoco queste domande, partendo in modo provocatorio da un semplice dubbio: abbiamo ancora bisogno delle levatrici? E ancora: per quanto tempo potremo continuare a eludere le leggi che guidano la selezione naturale? Saremo capaci di riconoscere le giuste risposte prima di imboccare la strada senza ritorno verso l’estinzione? Sono domande cruciali, alle quali Odent, chirurgo e ostetrico di fama mondiale, prova a rispondere.”
€12.00Editore : PentàgoraAutore : Michel Odent
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Il Seme della Tempesta è rivolto a chi vuole ora tenersi ben desto. Chiama attori e spettatori a farsi insieme comunità teatrale, in un patto duraturo con la propria pienezza, “fedeli a se stessi e al mistero”, in questo tempo che spegne e separa.
Mariangela Gualtieri
€5.00Autore : Mariangela Gualtieri
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“Nel secolo XX in ampia parte del mondo si è accelerato il processo di distruzione della piccola agricoltura. Negli anni 1930, negli Stati Uniti l’industrializzazione dell’agricoltura spingeva sulla strada e alla fame centinaia di migliaia di contadini cacciati dalle loro terre e ridotti a peones e braccianti girovaghi; negli stessi anni, altrettanti contadini (kulaki) erano trattati dal regime sovietico come criminali, nemici del popolo, e, ancora una volta, cacciati dalle loro terre e condannati alla miseria e alla morte per fame. Il libro, anche attraverso le straordinarie fotografie di Dorothea Lange e un reportage di otto articoli inediti di John Steinbeck (“Il loro sangue è forte”) introduce al tema del declino dell’agricoltura familiare, altrove dettato dalle ragioni del capitale o da ideologie totalitarie, qui da noi imposto attraverso un sistema di leggi e un disegno economico nei quali i contadini non hanno spazio né riconoscimento.”
€12.00Editore : Pentàgora
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