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    La poesia serve a disordinare gli ordini

    La poesia serve a dimenticare il cuore all’incrocio di tutte le strade

    A cosa serve la poesia? Non lo so, anzi più si sommano le risposte più oscura diventa la domanda. Ho capito che a questa domanda così grossa si può rispondere solo con la forza diretta del presente, trovando ogni giorno una risposta diversa, senza cercare la risposta perfetta. Per questo motivo dentro queste risposte c’è la mia vita semplice con tutte le sue altezze e con tutte le sue miserie, con i suoi miracoli e le sue banalità. Questo libro diario va letto come un corpus unico, quasi osservandolo da lontano come una specie di monumento fragilissimo composto da tantissimi inutili sassolini che insieme tengono in equilibrio l’impossibile.  (Giuseppe Semeraro)

    A cosa serve la poesia? Una domanda con cui si interroga il poeta dando ogni giorno una risposta diversa. Il risultato è questo diario al tempo stesso intimo e politico, lirico e viscerale, composto da 365 poesie, una per ogni giorno dell’anno. Un invito che l’autore ci rivolge con questo libro a non sprecare neppure uno dei nostri giorni, poiché se guardiamo bene, in ogni cosa, in ogni nostra giornata si cela il seme della poesia. Il volume è arricchito dalla splendida prefazione a cura di Claudia Fabris

    isbn: 9788897132646

    Un diario. 365 giorni.

    autore: Giuseppe Semeraro

    formato: 12 x 20,5 cm

    pagine: 392

    anno: 2019

    uscita: dicembre 2019

    Giuseppe Semeraro

    5.9012.00
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    Autore / Autrice : Giuseppe Semeraro
    Anno : 2019
    Tipologia : Ebook - Libro
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    “Quando vuoi pregare, quando vuoi sapere quel che sa la poesia, sporgiti, e senza esitazione cerca il gesto piú piccolo che hai, piegalo all’infinito, piegalo fino a terra, al suo batticuore”.

    Chandra Livia Candiani

    In questo libro la poetessa Chandra Livia Candiani dialoga con Gabriella Caramore, scrittrice e conduttrice radiofonica. Le due conversazioni raccolte in questo volume, sono il frutto di una trascrizione da due puntate di “Uomini e profeti” il programma di cultura religiosa di Rai Radio3 curato da Gabriella Caramore. Il lettore attento può trovare qui tutti i temi della riflessione lucida e illuminante di una delle poetesse più amate dei nostri anni. Alla voce di Chandra fa da eco la voce altrettanto intensa, lungimirante e acuta di Gabriella Caramore.

     

    Chandra Livia Candiani

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    Editore : Edizioni Anima Mundi
    Anno : 2019
    Autore / Autrice : Chandra Livia Candiani
    Tipologia : Ebook - Libro
    Collana : Piccole Gigantesche Cose
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    Abitare poeticamente il mondo o abitare umanamente il mondo, in fondo, è la stessa cosaChristian Bobin

    Un estratto dal libro

    “C’è qualcosa della vita che non scompare, ma che si allontana. Semplicemente si allontana per un certo tempo, come un bambino che ha avuto troppi maltrattamenti eviterà di trovarsi in presenza dei genitori che lo maltrattano. La natura, la verità, la bellezza, la dolcezza, la lentezza che sono state danneggiate sono solo indietreggiate e diventano un po’ più difficili da cogliere, da vivere. Troppo male è stato compiuto, ma non è irreversibile. Non credo all’irreversibile. Rimango molto fiducioso e lo sarò sempre, l’umano nel profondo è invincibile, incancellabile. Torneremo alle cose vive e vere. Ma per questo, occorrerà che si raggiunga il punto di estrema stanchezza. Occorrerà che non si possa fare altrimenti. L’uomo di oggi non è più cattivo di quello di ieri, è soltanto più smarrito”.

     

    “La scrittura di Bobin è certamente poesia, perché è colma di silenzio, perché ha al proprio centro il silenzio: lo suscita, lo impone alla lettura, come respiro obbligato, come passo di forte e lento camminatore. Non lo si può leggere di corsa. La lentezza che egli persegue contagia il lettore e lo sistema in quel verbo di cui Bobin è maestro: l’auscultare, cosicché da lettori si diventa auscultatori, da corridori distratti a meditanti, da divoratori onnivori ad attenti. Bobin dunque ci conduce fuori dall’ordinario, ci educa”.  Mariangela Gualtieri

    “Questo autore riesce sempre ad assomigliarti. Tu leggi e pensi che sta scrivendo come scrivi tu, come pensi tu, come senti tu. Penso che tanti lettori abbiano questa sensazione rispetto a Bobin. Lui è lo scrittore che ci somiglia, ci fa credere in Dio anche se non crediamo in Dio, ci fa credere all’amore anche se non crediamo all’amore, ci fa essere buoni anche se non siamo buoni.”  Franco Arminio 

     

    “Bobin fa venir voglia di scrivere. Cioè di vivere. Fa sentire che si può. Si può vivere con un mazzo di fiori, con una passeggiata, un acquazzone, vivere di un cavallo, una bambina, neve, libri… Con Bobin tornano a essere rituali le passeggiate, sacri i luoghi già visti, già annusati e misurati dai passi. Lui stesso dice di parlare di un tempo non registrato, il tempo della neve, il tempo della notte…. Bobin ci invita a una purificazione contemporanea, non contro qualcosa ma a spalla di qualcosa. Parla di bel silenzio sonnambulo, quel silenzio che dorme dentro di noi tutto squarciato dall’obbligo di parlare, di avere risposte pronte, di essere intelligenti a orario, di essere sociali.”    Chandra Livia Candiani 

     

    “Bobin è fra coloro che hanno il compito di portare in salvo due entità così vessate dall’onnipresente impero: la lingua, la sfinita vitalità della lingua e quella che potremmo chiamare la salute ritmica del mondo, attaccata ora da quella misteriosa, sinistra forza che ci impone una generale corsa, una generale fretta, ed una conseguente mancanza di cura, di profondità, di compassione, di ispirazione – tutte entità che richiedono una ritmica lenta, di ascolto, di attesa, di rivelazione. Per questo mi rinfresca leggere Bobin: ho sempre l’impressione di una bolla di terra ferma e assolata, ombreggiata, stellata, nel bel mezzo di un prepotente, coatto sgambettare di tutto.”     Mariangela Gualtieri 

    Christian Bobin

    3.9010.00
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    Anno : 2019
    Autore / Autrice : Christian Bobin
    Tipologia : Ebook - Libro
    Collana : Piccole Gigantesche Cose
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    La verità è ciò che arde. La verità non è tanto nelle parole, ma negli occhi, nelle mani, nel silenzio. La verità sono occhi e mani che ardono in silenzio”  Christian Bobin

    Leggere Bobin per me significa ritrovare la voce intima di un amico mai conosciuto eppure così familiare, ed essere pronto a incontrare tra le pagine la potenza di una poesia senza tempo, fatta di intuizioni grandiose. (dalla prefazione di Simone Cristicchi)

     

    Christian Bobin

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    Anno : 2019
    Autore / Autrice : Christian Bobin
    Tipologia : Ebook - Libro
    Collana : Scrittura nuda
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    La notte sale alle ciglia dei vivi: non è per vedere, dicono gli occhi d’oro, che siamo venuti da così lontano.

     

    Titolo: Una passante blu e bionda

    Autore: Joë Bousquet

    Curatore: Paolo Mottana

    Traduttrice: Alice Zanzottera

    Collana: Scrittura Nuda

    Formato: 12×20,5 cm | brossura cucita

    Pagine: 88

    Joe Bousquet

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    Editore : Edizioni Anima Mundi
    Autore / Autrice : Joe Bousquet
    Collana : Scrittura nuda
    Anno : 2019
    Tipologia : Ebook - Libro
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    La modernità in medicina ha contribuito ad allungare di molto la vita media, ma molti sono insoddisfatti e cercano riparo in antichi rimedi. Assistiamo al ritorno dell’arcaico anche nel trattamento delle malattie. È evidente che una grave depressione può essere pericolosa senza l’uso di farmaci, ma è anche evidente che consigliare lunghe camminate può essere di grande aiuto per una persona depressa. Spesso si accusa la medicina allopatica di essere troppo positivista, di considerare il corpo come un contenitore di organi disgiunti l’uno con l’altro, di lavorare sulla lesione, di essere poco attenta al fondo magico in cui siamo bagnati. A queste accuse la medicina risponde accusando le terapie alternative di non aver basi scientifiche e di essere in grado di guarire solo malattie che guarirebbero da sole. Allora la questione è l’impazienza. E anche l’idea che abbiamo della malattia. L’ansia può essere spenta con gli ansiolitici, ma può essere vista come un integratore di vivacità intellettuale. Il sintomo nevrotico può essere consegnato allo psicoanalista, ma può essere anche usato come strumento di conoscenza. Noi non dobbiamo mai dimenticare che siamo corpo, dunque natura, ma siamo anche mondo interno, fantasma, fantasia incessante su noi stessi e sugli altri. Forse la prima medicina è proprio la lingua, forse l’ospedale che manca è l’ospedale della lingua. Le persone si ammalano quando reprimono le loro emozioni, quando non riescono a dare una forma linguistica a quello che sentono. E allora poesia e canto sono sicuramente da aggiungere ad agopuntura, reiki, digitopressione, feng shui, ayurveda, medicine dei vecchi indiani d’America, omeopatia, fiori di Bach, ecc. E allora i segnatori, gli omeopati, gli osteopati, i massaggiatori, gli erboristi, tutta la schiera dei guaritori dovrebbe accogliere nel proprio alveo anche i poeti e i suonatori.

    Franco Arminio, da “manifesto della terza medicina” | AnimaMundi Edizioni

     

     

    La poesia è letteralmente un farmaco, guarisce chi la legge, e per chi scrive è al tempo stesso veleno e rimedio (…) La terza medicina non esclude nulla, compreso il fatto che in molti casi non bisogna curare, non bisogna intervenire. Semplicemente non bisogna medicalizzare. Bisogna ricordarsi che nell’uomo c’è un bisogno di salute e c’è un bisogno di malattia.  Franco Arminio

    Le malattie dell’anima
    vengono dagli occhi.
    Pensa a come ti hanno guardato
    quando ti guardano adesso,
    non credere troppo in fretta
    all’inimicizia degli altri,
    quasi sempre è distrazione,
    non credere neppure
    che il dolore ti sia stato assegnato
    per sempre.
    Guarda in libertà
    fatti guardare liberamente,
    pensa al bene
    da portare agli altri,
    non pesare quello che ti danno
    gli altri.
    Infine: ripetere qualche errore
    è umano, lo farai sempre,
    ti serve ad avere una traccia,
    ma ogni tanto allontanati,
    vattene via dalle tue attese,
    da quelle belle e da quelle brutte,
    lontano da te e dalla tua vita
    ci sono cose bellissime
    che ti aspettano.

    Ci vuole il ministero della salute, ci vogliono gli ospedali, ma ci vorrebbe anche il ministero dello sguardo e della lingua. Non sappiamo più guardare, non sappiamo più parlare. E ci sono molte malattie accentuate dalla penuria di parole, dalla penuria di sguardo.

    Franco Arminio

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    Anno : 2018
    Autore / Autrice : Franco Arminio
    Tipologia : Ebook - Libro
    Collana : Piccole Gigantesche Cose
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    Conosco Antonio (per me Tonino) Catalano da quasi ormai quarant’anni, da quando anch’io come lui ero un teatrante, un disperato aspirante drammaturgo del così allora detto “teatro di gruppo”.
    Ecco in fila alcuni nomi di quei gruppi: “Teatro delle Briciole” di Parma; “Teatro degli Stracci” di Treviso; “Teatro della Tosse” di Genova; “Teatro del Magopovero” di Asti, guidato appunto da Antonio Catalano. E altri che non ricordo, ma di identico rigore pauperista.
    Tosse, briciole, stracci, povertà: una potente ispirazione francescana univa infatti noi truppa d’artisti, una fiera estetica di spoliazione, rinuncia, minorità. Teatro per ragazzi, teatro coi pazzi, poesia per bambini: gaglioffe maestrie minori.
    Quanti sono rimasti fedeli a quello stile? Uno slogan della campagna per il Nuovo Maggiolino Volkswagen nel 2011 assicurava: «Se negli anni ’70 vi siete venduti l’anima, ora ve la potrete ricomprare». Mi spiace per quei copywriters, che magari militavano proprio nei gruppi di stracci, briciole e tosse, ma non è possibile: il contratto faustiano purtroppo non prevede recesso. Tonino invece, buon vecchio Magopovero, già da due anni mi chiama in un convegno in Toscana dove proclama una Pedagogia Povera, con stracci e legnetti. Eccolo: recidivo. «Alcune cose cambiano» diceva Niobe a Morpheus nella trilogia di “Matrix”: «Altre no».

    Oppure cambiano, ma come le stagioni. L’arte, la pedagogia, il teatro povero cambiano e si fanno “discorso inutile”. Ma il processo è ancora quello: sottrazione, distillazione, l’ “affinaggio” degli alchimisti: rendere fine, meno, poco, lieve, volatile. Rendere inutile.
    “Comprendere per poi dimenticare”, scrive Tonino nei Discorsi inutili (pag. 27): “Comprendere quei pensieri che volano leggeri nel vento e noi non siamo stati attenti”.
    Forse le cose davvero utili saltano fuori quando non stiamo attenti; si vedono solo ai bordi del campo visivo, si sentono con la coda dell’orecchio; son cose piccole, repentine, affisse in posti inattesi.
    “The words of the prophets | Are written on the subway walls | And tenement halls | And whispered in the sounds of silence” (Paul Simon).
    E non ci sembra forse di vederlo, chi l’ha visto e lo conosce, Tonino Catalano con la faccia da profeta della subway? Non ci sembra di sentirlo parlottare con gli occhi tondi visionari nell’atrio di un condominio degradato? Io l’ho veduto in scena tante volte, e ora lo vedo: è lì. Non è mai stato altrove, è sempre lì. E cosa dice, da lì? Discorsi inutili e poveri. Si sono fatti col tempo così inutili e poveri che son diventati ormai il chiacchiericcio del mondo. Il suo rumore bianco. Quello che si coglie nel sottofondo di sé, quando non si sta attenti.
    Da qualche anno porgo la coda dell’orecchio a questo parlottare incessante, che nei pochi sprazzi elusivi in cui ci giunge suona come una fioca, primigenia, commovente canzone dell’uomo. Non molto diversa dal “qua-qua” delle papere di Lorenz, che serve per farsi presenti a conforto a vicenda; per dire soltanto: “Qua, qua, sono qua. Tu ci sei? Io ci sono. Siamo qua”. La litania ubiqua e frattale di innumerevoli romanzi e canti, film e racconti, sogni e ricordi, chiacchiere ai bar, pensieri carpiti dagli Angeli di Wenders nei metrò della sera. Discorsi inutili, che parlano al cuore del suo battito stesso.
    Con le parole? Attenti! Il Magopovero pare metterci in guardia.
    “È forse la parola che a volte diventa frastuono, ingombro per un silenzio profondo dell’animo? Lasciamo che il silenzio sbarri la strada al chiacchiericcio continuo…” (pag. 50)
    Ma le parole povere e inutili borbottate dai profeti della subway non sono frastuono. Per paradosso, sono forse il chiacchiericcio santo che difende il silenzio. Di più: che lo genera. E neanche tanto paradosso, a dire il vero. Ci sono tecnologie che lo confermano. Le cuffie HI FI con “Active Noise Reduction” non difendono dal frastuono parassita passivamente, tappando le orecchie, ma attivamente, producendo suoni contrari: rilevano con microfoni il rumore di disturbo e generano onde della stessa ampiezza ma con fase opposta, che interferiscono con quelle del chiasso e le annullano.
    E così, “ulula il tonto di Dio, ulula al lupo e a lui fa il tonto discorso. E Francesco parla ai tonti che come lui s’afferrano alle meraviglie del mondo” (pag. 31). In Sardegna chiamiamo “attu contrariu” un’analoga strategia dell’anima: compiere atti opposti e speculari, al proprio malo umore, per esempio, per annullarlo. Così i discorsi inutili e tonti si oppongono ai discorsi intelligenti e prepotenti e li elidono.
    E noi, nel silenzio sommatorio, forse potremo sentire il fruscio del mondo.
    Oppure “di mare lontano da noi, che nelle vigne cerchiamo conchiglie” (pag. 65).
    E vedere “apparenze di fiori, uomini, comò, tartarughe, siepi, serpenti a sonagli, tazze di caffè, bambini che piangono” (pag. 29).
    E poi, finalmente tonti, e tanti, e santi, “cavalcheremo lo zero spaccato, lo zero cocò” (pag. 71). Mentre Tonino Magopovero, Gran Buffo, impartisce a benedizione il suo lazzo finale.
    Sipario.

     

    dalla prefazione al libro di Bruno Tognolini

    Antonio Catalano

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    Anno : 2019
    Autore / Autrice : Antonio Catalano
    Tipologia : Ebook - Libro
    Collana : Piccole Gigantesche Cose
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    Versione Digitale / Standard

    “Alza la terra con le mani, stringi la terra 

    fra le mani per chi fra tutti hai amato e poi

    lentamente dimenticato, per i morti senza ragione,

    i corpi ammassati, per chi si aggira in una casa

    altrui. Alza la terra con le mani, stringi la terra

    fra le mani, per chi ha perso la sua o si appresta a lasciarla

    e per chi ha accettato a testa china la propria sorte.

    Alza la terra con le mani per chi non ne ha alcuna.”

    Ci sono parole che sorprendono il lettore perché si offrono come “impronte di uccelli sulla neve”: l’esperienza del gelo è entrata nel respiro di chi scrive, ed egli tenta di capire “come tradurre la neve” per offrirla in dono. Così, nel 2018, nei luoghi ancora sconvolti da una guerra recente, grazie al progetto europeo Refest, un gruppo scelto di artisti e poeti ha visitato la Bosnia Erzegovina e la Croazia per raccogliere “immagini e parole sui percorsi dei rifugiati”. Ne sono nate le prose poetiche di Maria Grazia Calandrone, invernali come il disegno lucente della brina sui rami curvi delle conifere, attente a cogliere, tra Sarajevo, Derventa e Turba, “la gloria delle cose non finite”, l’alternarsi di “abbandono e decoro” dove l’odio è stato suscitato e alimentato ad arte perché fosse capace di travolgere ogni relazione umana. “Ci resta da ritrovare la vita sotto tutto questo”, fa eco il poeta Alessandro Anil: la memoria e l’assenza abitano tanto i superstiti quanto gli esiliati, accomunati dal desiderio impossibile non solo di capire “dove sia l’origine, l’errore di tutto questo”, ma anche di conquistare la “vita normale” che desiderano. “Come potrò restituire tutto questo?”, si chiede Franca Mancinelli nella prosa che completa questo viaggio sbigottito e appassionato. Ai suoi occhi, i luoghi (Kraj Donji, Dobova, Bregana…) si rivelano come un grande albero denudato dall’inverno: vi si coglie “la trama dei rami come nervature della vita”, vi si contano “le sagome scure dei nidi abbandonati”. Tre sentieri nei Balcani, dunque, nel tentativo di accogliere “una narrazione che ci guarda” e ci coinvolge inevitabilmente – e di restituirla al lettore senza alcun compiacimento, nella nudità invernale che le appartiene.

    Maria Grazia Calandrone è poetessa, scrittrice, giornalista, drammaturga, autrice e conduttrice Rai (ultimo ciclo: Poesia in technicolor), scrive per “Corriere della Sera” ed è regista per “Corriere TV” dei videoreportage sull’accoglienza ai migranti I volontari e Viaggio in una guerra non finita, su Sarajevo. Tiene laboratori di poesia in scuole pubbliche, carceri, DSM. Premi Montale, Pasolini, Trivio, Europa, Dessì e Napoli per la poesia. Ultimi libri Serie fossile (Crocetti, 2015 – rosa Viareggio), Gli Scomparsi – storie da “Chi l’ha visto?” (pordenonelegge, 2016), Il bene morale (Crocetti, 2017), Per voce sola, raccolta di monologhi teatrali, disegni e fotografie, con cd di Sonia Bergamasco, Fossils (SurVision, Ireland 2018) e l’antologia araba La luce del giorno (al-Mutawassit, Damasco 2019). Porta in scena i videoconcerti Senza bagaglio e Corpo reale. Sue sillogi compaiono in antologie e riviste di numerosi paesi. www. mariagraziacalandrone.it

     

    Alessandro Anil, nato nel 1990, ha vissuto in India fino a sedici anni, a Santiniketan, frequentando la scuola del poeta R. Tagore. Si è laureato in Filosofia e Letteratura in Inghilterra. Vive in Italia dall’ottobre del 2013. È stato premiato o segnalato da Poesiafestival, Premio Rimini per la poesia giovane, Casa della Poesia di Como, Premio Mario Luzi. Sue poesie sono apparse nelle riviste “Atelier”, “l’Almanacco dei poeti” e in altre riviste italiane e inglesi del settore. Ha tradotto per l’ “Almanacco di poesia” di Raffaelli editore Poeti bengalesi nell’era post-Tagore. Oltre alla poesia svolge l’attività di drammaturgo e regista. Dal 2018 è direttore artistico del laboratorio teatrale che si tiene ogni anno al centro di ricerca teatrale Theatre House. Ha scritto e diretto To Celebrate the Human Glory, Dance Once, Pray Twice, The Tea Room, Human. Ha esordito con la raccolta Versante d’esilio (Minerva editore, 2019).

     

    Franca Mancinelli è autrice dei libri di poesia Mala kruna (Manni, 2007 – premio opera prima L’Aquila e Giuseppe Giusti), Pasta madre (Nino Aragno, 2013 – premio Alpi Apuane, Carducci, Ceppo-giovani), Libretto di transito (Amos edizioni, 2018), uscito nello stesso anno in traduzione inglese con il titolo The Little Book of Passage (The Bitter Oleander Press, Fayetteville, New York). Una riedizione dei suoi due primi libri è raccolta in A un’ora di sonno da qui (Italic Pequod, 2018). Suoi testi sono compresi in Nuovi poeti italiani 6, a cura di Giovanna Rosadini (Einaudi, 2012) e con introduzione di Antonella Anedda, nel Tredicesimo quaderno italiano di poesia contemporanea, a cura di Franco Buffoni (Marcos y Marcos, 2017). Traduzioni di suoi testi sono apparse su riviste e antologie straniere, come Italia poesía: presente, Huerga & Fierro, 2018. Ha partecipato di recente a Chair Poet in Residence (Calcutta).

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    Autore / Autrice : Alessandro Anil - Franca Mancinelli - Maria Grazia Calandrone
    Anno : 2019
    Tipologia : Ebook - Libro
    Collana : Piccole Gigantesche Cose
  • PROMO
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    «La voce delle donne esprime la qualità dell’essere umano come animale, come specie o organismo vivente, penso io. Scrivere seguendo il mio istinto, portare il mio corpo nella scrittura. È la voce che dà corpo alle parole. Che cosa è la voce? Una domanda che porta con sé l’inquietudine che circonda i misteri». 

     

     

    In prima persona, in cinque vivaci e godibilissimi racconti “autoetnografici”, una giovane donna ci parla della prova esperienza come studentessa straniera a Londra e a Canterbury, ma non si ferma a questo. Spigliata e autoironica, “mai come ora così serena e così abbandonata, così viva e così perduta”, Silvia Luraschi ci accompagna alla scoperta del sentirsi insieme stranieri e solidali, estranei eppure intimamente uniti a tutti gli altri esseri umani proprio in ragione delle differenze di lingua e di cultura che sembrano separarci. Non è mai facile conoscere e capire le persone, e meno che mai popolare di sé i luoghi in cui ci si ritrova. Per le vie di Londra, Silvia Luraschi indossa i sandali di Sandrine, una migrante, una profuga, e scopre che sono troppo stetti per lei: è così che ci racconta, con fine intuito femminile, la scoperta dell’empatia che può farci incontrare le persone più diverse, alla fine, al di là o al di qua di ogni frontiera – come quando si confronta con i migranti che attendono la loro sorte a pochi passi dalla sua casa italiana, bloccati tra l’Italia e la Svizzera. Un inno alla giovinezza, alla diversità, alla femminilità come energia e acutezza di sguardo e alla possibilità di una vita riconciliata con tutti. 

     

    Silvia Luraschi, dottore di ricerca in Scienze della Formazione e Comunicazione, è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, sotto la direzione di Laura Formenti. Attualmente svolge una ricerca pedagogica sul tema “Migrazioni e migranti in Italia” promossa dalla Fondazione Alsos. Si occupa da dieci anni di formazione e ricerca nell’ambito dell’educazione degli adulti, con una particolare attenzione alle pratiche corporee in educazione, ed è insegnante del Metodo Feldenkrais presso Philo, Scuola Superiore di Pratiche Filosofiche, conduce con Laura Formenti e Andrea Prandin GRASS, Laboratorio di sguardi e pratiche sistemiche in contesti educativi.

    Silvia Luraschi

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    Autore / Autrice : Silvia Luraschi
    Anno : 2019
    Tipologia : Ebook - Libro
    Collana : Piccole Gigantesche Cose
  • Versione Digitale / Standard

    Una riflessione sapienzale che mette in discussione idee e atteggiamenti diffusi nell’accostarsi all’esperienza dolore. L’autrice, impegnata da anni nei temi della formazione e dell’educazione, si pone in un dialogo appassionato con le voci più autorevoli della ricerca pedagogica, della psicologia analitica, dell’arte, della letteratura e della tradizione religiosa, chiedendosi se sia possibile ripensare il dolore come iniziazione a un più profondo respiro vitale.

    Antonia Chiara Scardicchio

    3.909.00
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    Anno : 2018
    Autore / Autrice : Antonia Chiara Scardicchio
    Tipologia : Ebook - Libro
    Collana : Piccole Gigantesche Cose
  • PROMO
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    «A scuola ti hanno insegnato delle cose. Anche in famiglia. Ma le cose importanti hai dovuto impararle da solo, balbettando, andando a tentoni – ad esempio, questa: la pochezza di una volontà che faccia affidamento solo su se stessa, la follia di una vita costruita come una fortezza. Queste persone tutte certezza e volontà, queste persone di principio soffocate dal cappio della loro vita, le hai sempre fuggite. Il tempo di scrivere quel testo, ed eri divenuto simile a loro, eri divenuto uno scrittore professionista, qualcuno che sa fare le cose e che, credendo soltanto a questo sapere, non lascia più entrare dentro di sé l’ignoto delle cose – ciò che in loro resiste al dominio della nostra volontà. Il professionismo è una malattia che viene alle persone per il loro mestiere, per la padronanza che ne hanno, che li rende schiavi. Se di lei volevi quel ritratto, era per cogliere un po’ della sua luce e perché non vedi altra ragione per scrivere: ogni presenza ha una grazia tutta sua, che aspetta di essere detta. Ora che ti sei liberato dall’impazienza, puoi riprendere il quadro disfatto. Ora che la tela è vergine, puoi tornarci sopra come il pittore quando si mette al lavoro. Ciò che ti ha appena confidato in dieci secondi è sufficiente: il resto era falso – visibile, certo, eppure falso, poiché senza conseguenze sulla sua vita. Perché una cosa sia vera è necessario che, oltre a essere vera, entri nella nostra vita. »  Christian Bobin

    «L’intelligenza non è una questione di titoli di studio. Può averci qualcosa a che fare ma non ne è l’aspetto essenziale. L’intelligenza è la forza, solitaria, di estrarre dal caos della propria vita la manciata di luce sufficiente per rischiarare un po’ più lontano da sé -verso l’altro laggiù, come noi smarrito nel buio»  Christian Bobin

    La voce di Christian Bobin in modo quasi ostinato, non vuole smettere di indicare la “presenza pura” che è nel mondo, offerta dalla gratuità di un albero, di un fiore, di un passero; insomma, la vita nella sua fragilità estrema. Christian Bobin scrive dunque – è lui stesso ad affermarlo – per questa “maggioranza silenziosa che consuma la propria vita in silenzio, che attraversa la propria vita in punta di piedi”. Una “purezza” che ogni persona può cogliere, nonostante la sofferenza, il dolore e la morte. “Sono pazzo di purezza. Sono pazzo di questa purezza che non ha nulla a che vedere con una morale, che è la vita nella sua particella elementare”. Così leggiamo ne L’insperata , ultimo racconto di questo volume di affascinanti storie brevi.

    Apre la raccolta una lettera “alla luce che indugiava nelle vie di Le Creusot, in Francia, mercoledi 16 dicembre 1992, verso le due di pomeriggio” e la chiude su un’altra lettera, questa volta, all’ ‘insperata’: a colei che non sperava di incontrare. In questo libro, l’autore ci accompagna a casa di un amico scrittore oppure ad assaporare un tè con dei bambini per sfuggire alla noia degli adulti; poi ci racconta una storia di alberi e di amori e molto altro ancora.

    Undici istantanee di vita quotidiana in cui lo sguardo poetico di Bobin non smette di indicarci la vita nella sua “purezza” estrema.

     

    Traduzione di Maddalena Cavalleri

    Christian Bobin

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    Anno : 2018
    Autore / Autrice : Christian Bobin
    Tipologia : Ebook - Libro
    Collana : Scrittura nuda
  • Versione Digitale / Standard

     Quando dico anima visualizzo la parte di me che cerca la sua luce, che non può sostare nelle reti di un tempo finito, nervoso e compresso, ma che si dilata sopra il conteggio dei giorni, si espande in tutte le direzioni, perché la sua qualità è il movimento. In movimento, quando il corpo è solo una porta che si apre.

    In movimento, quando tutto è possibile e chi dice il contrario è già sceso a patti con il suo carceriere.

    In movimento, quando non mi siedo nello sguardo di un altro, non occupo il suo accampamento, non bramo le sue stesse conquiste, non combatto la sua guerra.

    In movimento, quando lascio che le cose intorno mi parlino nella loro lingua misteriosa, con vocaboli che non conosco, che non traduco, non analizzo. Eppure comprendo. E in questa comprensione senza dizionari sento che mi muovo.

    In movimento, quando nelle mani scorre il miracolo, apparecchiare la tavola o asciugare una lacrima.

    In movimento, quando la verità non la trovo nella corrispondenza dei significati, ma nella sovversione di un ordine.

    Saba Anglana, da “Lettera al mio fantasma

     

    *****

    Un’artista eclettica come Saba Anglana, impegnata nella musica, nel teatro e nella conduzione radiofonica, ci racconta in queste pagine una vicenda intima e quotidiana che la accompagna fin dalla giovinezza: la presenza continua di un assente, il contatto con il suo “fantasma” che vive accanto a lei. C’è un dialogo costante, nei decenni, con chi non può più né sentire né rispondere (il padre, in questo caso): infatti, chiunque sia, occupa comunque un posto nella vita di chi ha dovuto dirgli addio; ogni giorno, l’assente è destinatario di pensieri e di parole. “La logica del dolore – scrive Anglana – ha leggi più complicate di quelle della biologia e della fisica”: una dopo l’altra, nell’intensità lirica della sua prosa che cede a volte il passo alla poesia, Saba cerca di comprendere la mancanza che nulla può colmare e accarezza le ferite che niente può curare: tutto è perduto, nulla potrà essere ritrovato, eppure…

    Un libro preziosissimo, questo, non solo per chi abbia vissuto o stia vivendo il lutto, ma anche e soprattutto per coloro che si interroghino sul significato della provvisorietà di ogni presenza. “Ci sono domande bellissime”, scrive ancora Anglana, e ci conduce a scoprirle a passo di danza.

    Saba Anglana

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    Autore / Autrice : Saba Anglana
    Anno : 2018
    Tipologia : Ebook - Libro
    Collana : Piccole Gigantesche Cose
  • PROMO
    Versione Digitale / Standard

    “l desideri sono un racconto, uno specchio, un filo sottile che tiene forte la nostra storia, il nostro futuro. I desideri sono forse un sogno da raggiungere di notte. Forse un sogno che ci aiuta a entrare nel giorno. Negli anni ho sempre verificato: un uomo, una donna, un ragazzo, una ragazza, persino una bambina o un bambino, sono grandi o piccoli quanto lo sono i loro desideri. I desideri assomigliano molto a ciò che siamo”.

    Le brevi, limpide ed evocative prose biografiche di Marilena Lucente catturano il lettore accogliendolo nel quotidiano delle esperienze comuni: l’amore per la musica, l’essere madre, il partire da soli alla ricerca del silenzio, il sogno e il desiderio che il nostro mondo mortifica e fraintende, specie quando si tratta di soffocarli in un’anima di adolescente, la vicinanza sottile tra il coraggio e la paura e il rammarico per il poco coraggio che tutti, in fondo, abbiamo avuto, l’assenza e la presenza dei morti, il ripetersi dei gesti e il mistero degli oggetti che passano di padre in figlio, di madre in figlia… Di tutto questo, l’autrice racconta la bellezza e il senso: i particolari della narrazione svelano e suggeriscono i significati nascosti appena al di sotto della superficie, mentre indicano vie di libertà, di consapevolezza e di accettazione attiva, di amicizia. “Una scrittura delicata e potente – scrive Antonia Chiara Scardicchio nell’introdurre il volume – col talento primario di ‘tenere insieme’, allacciare, congiungere. Una scrittura biografica che coinvolge il lettore non solo nel godimento rinnovato delle memorie e delle esperienze quotidiane che accomunano le nostre esistenze, ma anche nel ripensamento della propria vita in una luce che non giudica ma esalta, senza ferire mai.

    Marilena Lucente

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    Autore / Autrice : Marilena Lucente
    Anno : 2018
    Tipologia : Ebook - Libro
    Collana : Piccole Gigantesche Cose
  • PROMO
    Versione Digitale / Standard

    Giulia Calligaro

    2.906.00
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    Anno : 2018
    Autore / Autrice : Giulia Calligaro
    Tipologia : Ebook - Libro
    Collana : Piccole Gigantesche Cose
  • Versione Digitale / Standard

    Antonio Errico

    Forse almeno una volta avrà avvertito la sensazione che gli altri si siano allontanati tutti, di essere rimasto solo in una stanza, sulla panchina di un viale, nella sala d’aspetto di una stazione, solo dentro il paesaggio di quel libro, di quel reportage, solo con i personaggi che raccontano la loro storia, solo con le parole di quella poesia da cui fiottano immagini, pensieri, colori.
    È bella, quella solitudine: a condizione che duri poco, che dopo ricominci il brusio delle voci, l’ansioso andirivieni, il frastuono della giostra, il salto degli ostacoli, l’affanno del giorno. Ma per il tempo che è durata la lettura, si è stati in un posto dove gli altri non sono stati mai, nemmeno se hanno letto la stessa pagina, lo stesso verso, perché hanno letto in un modo diverso, in un’altra situazione, per un altro bisogno, per un altro passatempo. Ciascuno ha letto soltanto in compagnia di se stesso, e il se stesso è sempre diverso da ogni altro sé.

    Antonio Errico

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    Anno : 2018
    Autore / Autrice : Antonio Errico
    Tipologia : Ebook - Libro
  • Versione Digitale / Standard

    NUOVA EDIZIONE AMPLIATA

    «Ogni giorno dovremmo cominciarlo con piccoli esercizi di ammirazione, di riabilitazione alla gioia. Istituire una sorta di capodanno tra un giorno e l’altro, tra un’ora e l’altra. Dobbiamo scendere molto in fondo a noi stessi e rimanere ben saldi in superficie assieme agli altri. Senza tenere insieme questi due movimenti non c’è intensità, non c’è bellezza.  Adesso per tornare a casa, per tornare assieme nella casa del mondo, ci vorrà una nuova genesi, un nuovissimo testamento.»  Franco Arminio

     

    INDICE

    per tornare assieme alla casa del mondo

    tre letterine dell’ultimo giorno dell’anno

    1. tremare un poco assieme

    2. arrendersi alla propria solitudine

    3. riconoscere la propria stella

    poesie del bene grande

    il poeta della clemenza di G. Conoci

    taccuino

    biobibliografia

    Franco Arminio è nato e vive a Bisaccia in Irpinia d’Oriente. Ha pubblicato molti libri. Ricordiamo, tra gli altri, Vento forte tra Lacedonia e Candela. Esercizi di paesologia (Laterza, 2008),Terracarne (Mondadori, 2011), Cartoline dai morti (nottetempo, 2010), Geografia commossa dell’Italia interna (Bruno Mondadori, 2013), Cedi lastrada agli alberi. Poesie d’amore e di terra (Chiarelettere, 2017), Resteranno i canti (Bompiani, 2018), Per tornare assieme alla casa del mondo (AnimaMundi edizioni, 2018), Manifesto della terza medicina (AnimaMundi edizioni, 2018). Si occupa anche di documentari e fotografia. Come paesologo scrive da anni sui giornali e in Rete a difesa dei piccoli paesi. Ha ideato e porta avanti “La casa della paesologia” a Bisaccia e il festival “La luna e i calanchi” ad Aliano.

    Franco Arminio

    2.907.00
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    Anno : 2018
    Autore / Autrice : Franco Arminio
    Tipologia : Ebook - Libro
    Collana : Piccole Gigantesche Cose
  • PROMO
    Versione Digitale / Standard

    Antonia Chiara Scardicchio

    2.907.00
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    Anno : 2018
    Autore / Autrice : Antonia Chiara Scardicchio
    Tipologia : Ebook - Libro
    Collana : Piccole Gigantesche Cose
  • Versione Digitale / Standard

    «La leggerezza custodisce, forse, segreti di profondità. La sfida di questa mia leggera scrittura è tutta qui. Nel provare a coniugare leggerezza e filosofia, superficialità e radicamento.
    Insegnarlo a me… che sono stata una bambina pesante. E che sto lottando per imparare a intrecciare effimero e forte.»

     

    Titolo: Piccole gigantesche cose

    Autore: Antonia Chiara Scardicchio

    Collana: piccole gigantesche cose | 1

    Pagine: 64

    Formato: 11,5×16,5 cm

    Anno: 2018

    Antonia Chiara Scardicchio

    3.907.00
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    Anno : 2017
    Autore / Autrice : Antonia Chiara Scardicchio
    Tipologia : Ebook - Libro
    Collana : Piccole Gigantesche Cose
  • PROMO
    Versione Digitale / Standard

    Attraversiamo i miracoli come ciechi, senza vedere che il più piccolo germoglio di un fiore è fatto di migliaia di galassie.  (Christian Bobin)

    La vita grande si apre con una lettera rivolta a Marceline Desbordes-Valmore, una poetessa romantica la cui vita è stata costellata dal lutto e la cui poetica, per Bobin, si tinge di “rosa […] perché questo colore non entra mai in guerra e sembra sempre sull’orlo di svanire nell’invisibile”. […] Con disciplina quotidiana, Bobin ha scelto di contemplare l’ “infinitamente piccolo” per poter vincere l’angoscia, il dolore e la sofferenza: anche la morte. Nel freddo della Gare du Nord, la voce di questa poetessa, giunta da un tempo lontano, è lì, vicinissima a lui: “I libri sanno ascoltarci”, ha affermato lo stesso Bobin durante una recente presentazione de La grande vie. Un libro, dunque, è un volto che apriamo e che può consolarci; è una voce che ci viene in soccorso; è un raggio di sole che ci illumina al punto che può restituirci la vita nella sua pienezza; è un passo, un ritmo, il battito di un cuore che possiamo seguire – se ne abbiamo desiderio, perché la lettura è libera e ci rende liberi – per fare un pezzo di strada insieme.

     

    Christian Bobin

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    Anno : 2017
    Autore / Autrice : Christian Bobin
    Tipologia : Ebook - Libro
    Collana : Scrittura nuda
  • Versione Digitale / Standard

    Mi hai fatto conoscere, perché tacerlo, il grande delirio della gelosia. Niente somiglia di più all’amore e niente gli è più contrario. Il geloso crede di testimoniare, con le sue lacrime e le sue grida, la grandezza del suo amore. Invece non fa che esprimere quella preferenza arcaica che ognuno ha per se stesso. Nella gelosia non ci sono tre persone, non ce ne sono nemmeno due, d’improvviso ce n’è una sola in preda ai sussulti della sua follia: ti amo, quindi sei legata da questa dipendenza, sei dipendente dalla mia dipendenza e mi devi accontentare in tutto e poiché non mi accontenti in tutto non mi accontenti in niente, e io ce l’ho con te per tutto e per niente, perché sono dipendente da te e perché non vorrei esserlo più, e perché vorrei che tu rispondessi a questa dipendenza. Il discorso della gelosia è inesauribile. Si nutre di se stesso e non cerca risposte, d’altronde non ne accetta nessuna – trottola, spirale, inferno. Ho conosciuto questo sentimento per quindici giorni, ma sarebbe bastata ampiamente un’ora per conoscerlo tutto. Al quindicesimo giorno l’inferno era passato, definitivamente. Per quindici giorni ho battuto i piedi nella brutta eternità delle recriminazioni: avevo l’impressione che tu sposassi il mondo intero, eccetto me. Era il fanciullo in me che strepitava e faceva valere il suo dolore come moneta di scambio. E poi ho visto che non ascoltavi quel genere di cose e ho capito che avevi ragione, profondamente ragione a non ascoltarle: il discorso della recriminazione non va ascoltato. Non c’è traccia d’amore in esso. Solo un rumore, un ripetere furioso: io, io, io. E ancora io. In capo a quei quindici giorni in un attimo si è squarciato un velo. Potrei parlare quasi di rivelazione. Ce ne fu una del resto. D’un tratto per me era lo stesso se tu sposavi il mondo intero. Quel giorno ho perduto una cosa e ne ho guadagnata un’altra. So benissimo cosa ho perduto. Ciò che ho guadagnato, non so come chiamarlo. So solo che è inesauribile. Il bambino furioso ci ha messo quindici giorni a morire. È poco tempo, lo so: in altri casi continua a regnare instancabile, per tutta la vita. Fu il tuo riso davanti alle mie recriminazioni a far precipitare le cose. È stato il genio del tuo riso che è penetrato dritto nel cuore del bambino despota, è stata la tua libertà che improvvisamente mi ha spalancato tutte le strade.  

    Christian Bobin, dal libro “Più viva che mai”

     

    “Bobin sembra che scriva frasi fatte apposta per essere citate. E ancora più incredibile è che questo autore riesce sempre ad assomigliarti. Tu leggi e pensi che sta scrivendo come scrivi tu, come pensi tu, come senti tu. Penso che tanti lettori abbiano questa sensazione rispetto a Bobin. Lui è lo scrittore che ci somiglia, ci fa credere in Dio anche se non crediamo in Dio, ci fa credere all’amore anche se non crediamo all’amore, ci fa essere buoni anche se non siamo buoni.” Franco Arminio  dall’introduzione al libro

    Christian Bobin

    4.9012.00
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    Anno : 2017
    Autore / Autrice : Christian Bobin
    Tipologia : Ebook - Libro
    Collana : Scrittura nuda
  • Versione Digitale / Standard

    Davanti a ciò che la vita ha di più crudele, talvolta tutti i pensieri crollano, privi di appoggio, e non ci resta altro che chiedere agli alberi che tremano sotto il vento di insegnarci quella compassione che il mondo ignora.  Christian bobin

    In Resuscitare, Christian Bobin attraversa la vita nelle sue minutissime pieghe quasi a voler trattenere, con l’inchiostro nero dei giorni, “scintille di luce”. Con folle caparbietà, egli non smette di osservare la forza della vita, la quale – come egli stesso scrive – può inghiottire anche la morte. Bobin cerca, con tutto se stesso, una pulizia dello sguardo, una “presenza pura” poiché “è possibile vedere bene solo a condizione di non cercare il proprio interesse in quello che si vede”: è uno dei tanti aforismi disseminati tra i brevi quadri di vita cui si alternano meditazioni folgoranti. Pagine dove un susseguirsi di volti e di luoghi è radicato in una contemplazione profonda della natura. Con Bobin, attraversiamo la Francia: la Borgogna, cittadine più o meno note, il castello di Bissy-sur-Fley, i cimiteri dove sono sepolte le persone amate, semplici drogherie o lussuose vetrine di Parigi, ospedali psichiatrici, splendide cattedrali e tanti altri luoghi abitati da volti amati, come il paese di Saint-Ondras nell’Isère o la foresta di Saint-Sernin, vicino a casa. Ma è la pagina bianca il luogo dove il passato e il presente si rincorrono per tentare una via di riconciliazione profonda: qui, lo scrittore Bobin, con l’umiltà dello scalpellino, si sforza di estrarre filamenti di luce per rischiarare il buio. “Scrivo con una minuscola bilancia come quelle utilizzate dai gioiellieri. Su un piatto depongo l’ombra e sull’altro la luce. Un grammo di luce fa da contrappeso a diversi chili d’ombra”.  (Maddalena Cavalleri)

     

    Christian Bobin

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    Autore / Autrice : Christian Bobin
    Anno : 2015
    Tipologia : Ebook - Libro
    Collana : Scrittura nuda
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    Christian Bobin

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    Autore / Autrice : Christian Bobin
    Tipologia : Ebook - Libro
    Collana : Scrittura nuda
    Anno : 2015
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    (AnimaMundi Edizioni, Giugno 2014) – Traduzione di Maddalena Cavalleri – Testo originale francese a fronte

    Ho sempre scritto solo così: trasportato da qualcosa di più leggero di me, in braccio alla vita brulicante, allo sfavillante vocio del vivere. Ci vuole tempo per raggiungere l’innocenza del giorno. Ci vuole tempo per giungere alla semplicità di una lingua. Ci vuole tempo per imparare e ancora più tempo per ridere di ciò che si è appena imparato. Ridere del proprio sapere come della propria ignoranza. Ridere con la primavera negli occhi, l’infanzia nella voce, la pioggia nei libri. Perché nei libri piove. Una pioggia sottile scivola sulle pagine, scende sul cuore.

    dall’introduzione al libro di Gianfranco Bertagni

    Vi sono autori riguardo ai quali il leggerli è quasi un offenderli, uno sporcarli. C’è una purezza che ad accostarla troppo ti fa sentire indegno nell’intrattenere una qualche forma di rapporto – anche pure di distanza – con essa. Tra questi autori, sicuramente vi è Christian Bobin. La cui scrittura riesce a raggiungere un’altezza, che è altezza sottile prima che letteraria, giunge a trasformarsi in un’elogio tale della semplicità che ad avvicinarla, l’esito non è, come ci si aspetterebbe, un conclusivo ristoro in se stessi, ma primariamente un principio di tremore, quel senso del tremendum che è proprio dell’accostamento al sacro. In questo caso la sacralità dell’assolutamente manifesto e nudo darsi dell’evento.

    Christian Bobin

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    Autore / Autrice : Christian Bobin
    Anno : 2015
    Tipologia : Ebook - Libro
    Collana : Scrittura nuda
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    La malinconia si alza ogni mattino un minuto prima di me. È come qualcuno che mi fa ombra, in piedi fra il giorno e me. Per svegliarmi devo respingerla senza riguardo. La malinconia ama la morte, d’amore profondo. Sono anni che lotto con queste profondità, che mi sforzo di limitare la loro influenza, senza riuscirvi sempre. Solo la leggerezza della vita può cacciare l’insondabile malinconia. La leggerezza mi è sempre arrivata dalla parte dell’amore. Non dal sentimento: dall’amore. Ho impiegato tanto per vedere cosa separasse l’amore dal sentimento: quasi nulla, un abisso. Il sentimento sta dalla parte della malinconia. Ci casca a colpo sicuro, presto o tardi. Il sentimento e la malinconia nascono da una preferenza di sé per sé, da un compiacimento – esaltato o affossato – di sé per sé. Il sentimento, come la malinconia, è insondabile, pieno di spigoli e gorghi. La malinconia è la varietà triste del sentimentale. Il sentimento, come la malinconia, aderisce, lega, fonde. L’amore taglia, trancia, separa.. Il sentimento mi invischia in me stesso. L’amore mi distacca, mi sradica da me.   Christian Bobin

     

    Ho una prudenza crescente nell’impiegare parole spirituali, religiose, di Dio, essendo parole che possono subito suscitare malintesi. Temo davvero d’impiegare parole troppo pesanti e al contempo non posso privarmi di un’allusione allo Spirito, perché credo sia il fiore stesso della vita, il sangue del nostro sangue. Ma cerco di rendere la sua eterna dimensione selvatica, imprevedibile, senza uniformi, persino capace di disturbarci. Quanto ai mistici e alle mistiche, non vedo quasi separazione fra loro e i poeti. Ciò che non fa rumore ha in sé un’energia atomica e solare.  Christian Bobin

    .

     

     

     

     

    Per perdere una cosa occorre averla prima posseduta. Noi non abbiamo mai avuto nulla di nostro in questa vita, mai avuto nulla da perdere, nulla da fare se non cantare, cantare con la gola, la pancia, la testa, il cuore, lo spirito, con tutta la polvere delle nostre anime innamorate.

     

    I momenti più luminosi della mia vita sono quelli in cui mi accontento di vedere il mondo apparire. Questi momenti sono fatti di solitudine e silenzio. Sono sdraiato su un letto, seduto a una scrivania o cammino per strada. Non penso più a ieri e domani non esiste. Non ho più legami con nessuno e nessuno mi è estraneo. Questa esperienza è semplice. Non c’è da volerla. Basta accoglierla quando arriva. Un giorno ti sdrai, ti siedi o cammini, e tutto ti viene incontro senza fatica, non c’è più da scegliere, tutto quello che viene porta il segno dell’amore. Forse la solitudine e il silenzio non sono nemmeno indispensabili per degli istanti così puri. L’amore da solo basterebbe.

     

    Credo che con ogni nascita giunga al contempo l’anima e ciò che vuole sconfiggerla. Comincio a scorgere che uno dei sensi di questa vita è condurre una lotta costante contro ciò che può oscurarla. La posta in gioco è sempre una gaiezza fondamentale, conservare il sentimento lieto del dono della vita.

     

    Recensioni

    Bobin fa venir voglia di scrivere. Cioè di vivere. Fa sentire che si può. Si può vivere con un mazzo di fiori, con una passeggiata, un acquazzone, vivere di un cavallo, una bambina, neve, libri… Con Bobin tornano a essere rituali le passeggiate, sacri i luoghi già visti, già annusati e misurati dai passi. Lui stesso dice di parlare di un tempo non registrato, il tempo della neve, il tempo della notte…. Bobin ci invita a una purificazione contemporanea, non contro qualcosa ma a spalla di qualcosa. Parla di bel silenzio sonnambulo, quel silenzio che dorme dentro di noi tutto squarciato dall’obbligo di parlare, di avere risposte pronte, di essere intelligenti a orario, di essere sociali.”    CHANDRA LIVIA CANDIANI

    Bobin è fra coloro che hanno il compito di portare in salvo due entità così vessate dall’onnipresente impero: la lingua, la sfinita vitalità della lingua e quella che potremmo chiamare la salute ritmica del mondo, attaccata ora da quella misteriosa, sinistra forza che ci impone una generale corsa, una generale fretta, ed una conseguente mancanza di cura, di profondità, di compassione, di ispirazione – tutte entità che richiedono una ritmica lenta, di ascolto, di attesa, di rivelazione. Per questo mi rinfresca leggere Bobin: ho sempre l’impressione di una bolla di terra ferma e assolata, ombreggiata, stellata, nel bel mezzo di un prepotente, coatto sgambettare di tutto.”     MARIANGELA GUALTIERI

    “Questo autore discreto e raffinato, restìo ai chiassosi e mondani salotti letterari e da sempre “innamorato del silenzio e delle rose”, ancora una volta stupisce e innamora trasformando la letteratura in un misterioso viaggio verso noi stessi, un’esperienza di ascolto, presenza, contatto e meditazione”.  (Federica Araco – Babelmed) http://ita.babelmed.net/letteratura/241-francia/13802-lo-scrittore-che-ama-il-silenzio-e-le-rose.html

     

    L’autore

    Christian Bobin è nato nel 1951 a Le Creusot, una cittadina della Borgogna. Ha conosciuto in Francia un crescente successo di pubblico e di critica, fino al premio che l’Académie Française gli ha conferito nel 2016. Della sua opera, la cui densità poetica affascina i lettori riportandoli ai temi fondanti dell’esistenza, AnimaMundi ha pubblicato Autoritratto al radiatore (2012), Sovranità del vuoto (2014), Mozart e la pioggia (2015), L’uomo del disastro (2015), La vita e nient’altro (2015), Resuscitare (2015), Più viva che mai (2018), La vita grande (2018), Folli i miei passi (in coedizione con Socrates 2012), Consumazione – un temporale (in coedizione con Servitium, 2014).

    Christian Bobin

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    Autore / Autrice : Christian Bobin
    Tipologia : Ebook - Libro
    Anno : 2015
    Collana : Scrittura nuda
  • PROMO
    Versione Digitale / Standard

    Una lunga lettera. Il bisogno profondo dell’altro. La voglia di scrivere, di passeggiare, di leggere. La scrittura ausculta il battito del tempo: un pomeriggio di dicembre, la neve, l’incedere improvviso della primavera, le voci dei bambini che giocano all’aperto. I libri sulla scrivania, mormorano, parlano. Il leggere e il pregare, due azioni, due gesti simili. Un perdersi nelle letture e nella vita pura, per trovare il nutrimento che aiuti a dare senso ai giorni. Un bambino si tuffa nella lettura per cercare, cercare… Un’irrequietezza, la sua, che rivela la consapevolezza sulla precarietà della vita. Eppure, Christian Bobin non vuole raccontarci l’oscurità, che ben conosce, ma soffermarsi sui punti luminosi dell’esistenza, per attraversare, come un funambolo, l’oscurità, il vuoto. Un livre de chevet, di meditazione che apre il lettore alla vita e al mondo, con Valéry, Rimbaud, Proust, Maurice Scève, Schubert in sottofondo e la piccola Hélène, di due anni, che ci racconta “il miracolo delle stagioni sul suo viso.”

    Christian Bobin

    4.9011.40
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    Autore / Autrice : Christian Bobin
    Tipologia : Ebook - Libro
    Collana : Scrittura nuda
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    “Partendo dall’alchimia innocente e incondizionata fra un lupo e una bambina nata in una famiglia circense, il francese Christian Bobin ci regala un capolavoro di profondità narrativa e poetica, dove ogni pagina rivela quell’armonia assoluta propria della scrittura dei veri fuoriclasse.” (Silvia Pingitore, il venerdì di repubblica)

    Incipit
    Il mio primo amore ha i denti gialli. Entra negli occhi dei miei due anni, due anni e mezzo. Dalla pupilla dei miei occhi scivola nel mio cuore di bambina dove si costruisce la tana, il nido, il covo. Mentre vi parlo, c’è ancora. Nessuno ha saputo prendere il suo posto. Nessuno ha saputo scendere così lontano. Ho iniziato la mia carriera di innamorata a due anni con l’amante più fiero che ci fosse: coloro che sono arrivati dopo non sarebbero mai stati all’altezza, né mai avrebbero potuto esserlo. Il mio primo amore è un lupo. Un vero lupo con pelo, odore, denti giallo avorio, occhi giallo mimosa. Macchie di stelle gialle in una montagna di pelliccia nera.

    Passaggi dal libro:

    “Non scrivo con l’inchiostro. Scrivo con la mia leggerezza. Non so se riesco a farmi capire: l’inchiostro, lo compro; ma non esiste un negozio per la leggerezza. Viene, oppure no: dipende. Quando non viene è già presente. Mi capite? E’ ovunque, la leggerezza: nella freschezza insolente delle piogge estive, sulle ali di un libro abbandonato ai piedi del letto, nel suono delle campane del monastero all’ora delle funzioni, un vociare infantile e vibrante, in un nome mille e mille volte sussurrato come quando si mastica un filo d’erba, nella fata che è la luce alle svolte delle strade serpeggianti del Jura, nella povertà esitante delle sonate di Schubert, nel rito di chiudere lentamente le imposte sul far della sera, nel tocco sottile di blu, blu pallido, quasi viola, sulle palpebre di un neonato, nella dolcezza di aprire una lettera attesa, prolungando di un secondo l’istante di leggerla, nel rumore delle castagne che si schiantano al suolo e nella goffaggine di un cane che scivola su di uno stagno ghiacciato, mi fermo qui, la leggerezza, lo vedete, è donata ovunque. Se allo stesso tempo è rara, di una rarità incredibile, è perchè ci manca l’arte di ricevere, semplicemente ricevere ciò che ci è donato ovunque.”

     

    “Ovunque, mescolate alle particelle dell’aria che respiriamo, ci sono particelle d’amore errante. A volte si condensano e cadono come pioggia sul nostro capo. A volte no. Dipende così poco dalla nostra volontà, come un acquazzone di primavera. Tutto ciò che possiamo fare è restare il meno possibile al riparo. Ed è forse questo che non funziona nel matrimonio: questo lato dell’ombrello.”

     

    “Sai cos e’ la malinconia? Hai già visto un eclissi? Beh è questa cosa qui: la luna scivola davanti al cuore e il cuore non dà più luce. La notte in pieno giorno. La malinconia è dolcezza e buio.”

     

     

    Christian Bobin

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    Autore / Autrice : Christian Bobin
    Tipologia : Ebook - Libro