Maria Lai Legarsi alla montagna
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In StockÈ l’8 settembre 1981 quando Maria Lai decide di “legare insieme” le case di Ulassai, sua terra natia nell’entroterra sardo.
Le case e i suoi abitanti, che vivono a ridosso del monte e circondati da un teatro di rocce, sono i protagonisti della prima opera relazionale realizzata in Italia. Maria Lai crea un’opera che coinvolga tutto il paese e sia compiuta dai suoi concittadini. L’idea è quella di unire tutte le case tra loro con un nastro, che poi verrà legato alla montagna sovrastante, come simbolo di complicità tra gli uomini in relazione con la natura e l’arte.
Si tratta di un intervento totalmente inedito che nasce ascoltando la gente. Quando Maria Lai intervista gli abitanti di Ulassai, comprende attraverso il dialogo i rapporti che intercorrono tra di loro, i legami, i rancori e persino gli amori e si rende conto di dover superare l’ostacolo della diffidenza. L’artista decide così di palesare i legami che uniscono il paese e che il nastro passerà in modo diverso a seconda del rapporto che intercorre tra le famiglie, tra casa e casa. Se c’è un vincolo di parentela e di affetto, al nastro si aggiungerà un pane della festa; se esistono legami di amicizia si farà un nodo; se invece ci sono motivi di rancore basterà solo il nastro, senza nessun altro segno.
Il volume Maria Lai. Legarsi alla montagna ci fa immergere in questa indimenticabile performance collettiva di Maria Lai di quarant’anni fa attraverso le intense fotografie di Piero Berengo Gardin che documentò l’evento, su alcune delle quali l’artista sarda è intervenuta con un pennarello azzurro trasformando le immagini e declinando in maniera coinvolgente la sua opera dal vivo a Ulassai.
La pubblicazione è presentata in versione bilingue italiano/inglese, in coedizione con la Fondazione Maria Lai.