€12.00
In StockAutore: Beppe Salvia
A cura di: Sabrina Stroppa
Collana: Interno Novecento
Pagine: 208
Formato: 11×17 cm
Poeta talentuoso e imprevedibile, poeta cult di una nuova generazione, meteora brillante e maestosa assurta come stella ai cieli celesti che tanto amava, Beppe Salvia, nato a Potenza (1954) e scomparso a Roma precocemente come chi è caro agli dei (1985), è il poeta di “Cuore”, uno dei libri più intensi della giovane poesia italiana degli anni Ottanta.
Pubblicato postumo nel 1987 con premessa di Arnaldo Colasanti con il titolo di Cuore (cieli celesti), fu oggetto di un riconoscimento unanime non solo tra gli amici poeti con cui aveva condiviso i suoi più fecondi anni di vita culturale, ma anche tra i maestri, da Dario Bellezza e Vincenzo Consolo ad Andrea Zanzotto, che vedeva in Cuore «una luce di giovinezza e di alba e nello stesso tempo qualcosa di terribilmente teso verso lontananze imprendibili». È una poesia che cerca di risillabare il mondo, con la semplicità di visioni che vanno al cuore delle cose, ma che contemporaneamente sperimenta un lessico arduo e lontano, e un «lavoro di devastazione metrica», come lo definiva lui stesso, portato al cuore della poesia contemporanea.
La collana «Interno Novecento» ripropone Cuore, nella nuda e «difficile semplicità» del titolo originario, rispettando in ogni parte l’indice e i testi dattiloscritti compresi nelle carte autografe cedute dal fratello Rocco alla Biblioteca nazionale centrale di Roma.
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Versione Standard
“Sulle parole un po’ fingiamo di capirci, tanto poi ciascuno, nel segreto, le declina come vuole oppure, ritenendole sufficientemente chiare e comprensibili, rinuncia a pesarle e si lascia guidare dall’abitudine. Retrocedere fino alla loro radice può aiutare a recuperarne un contorno più definito e un significato meno incerto, per lo meno un significato originario, ricavato dopo averle sezionate, sbucciate, liberate dalla patina (o crosta) di significati e valori sedimentati nel tempo. E allora si scopre che dietro il sapere c’è il sale, dietro l’amore le stelle, dietro la cultura l’aratro, dietro il sacro il recinto, e che eterno non significa ciò che non ha inizio né fine, ma qualcosa che sappiamo tutti… E grazie? Cosa vuole dire grazie?”
Massimo Angelini
€10.00Editore : PentàgoraAutore : Massimo Angelini
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Quando non morivo
Editore: Giulio Einaudi Editore
150 pagine
€12.00Autore : Mariangela GualtieriAnno : 2019
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Christian BobinVersione Standard
SOLITUDINE: DESERTO O GIARDINO? AUTORI VARI TRA CUI: ENZO BIANCHI, CHRISTIAN BOBIN, XAVIER LACROIX…
L’amare è, per lungo spazio e ampio fino entro il cuore della vita, solitudine, più intensa e approfondita solitudine per colui che ama”. Così scrive Rilke, perché la solitudine non esclude l’amore, anzi permette a questo di costruirsi in verità, oltre un possibile culto dell’amore, oltre l’illusione che la relazione con l’altro possa dispensarci dal renderci consapevoli di noi stessi. I testi qui raccolti trattano da vari punti di vista di questo essenziale esercizio spirituale, e possono offrire spunti affinché nel quotidiano e anche faticoso assumere la propria solitudine, con le sue ambivalenze, impariamo ad aprirci a tutte le dimensioni dell’amore, arrivando a coniugare amore e libertà.
Edizioni Qiqajon (Comunità di Bose)
ALCUNI ESTRATTI
Marie de Solemne: Preferirebbe parlare della solitudine come di una grazia o di una maledizione?
Christian Bobin: Innanzitutto ne parlerei piuttosto nella sua materialità. Prima di essere uno stato mentale o affettivo, la solitudine è una materia. Per esempio è proprio la materia che ho sotto gli occhi in questo momento. Sono le dieci di sera, è buio. Il cielo non è ancora completamente scuro, c’è silenzio. Anche il silenzio è molto materiale – un piccolo appartamento nel quale vivo da una quindicina d’anni, qualche sigaretta – che non riesco a impedirmi di fumare -, qualche libro – che non riesco a impedirmi di aprire -. In fondo, curiosamente, la solitudine si popola molto in fretta. La solitudine è anzitutto questo: uno stato materiale. Che nessuno venga. Che nessuno venga là dove uno è. Forse, nemmeno se stesso. Ma, per rispondere alla sua domanda, la solitudine è più una grazia che una maledizione. Nonostante molti la vivano diversamente. Succede alla solitudine come alla follia: ci sono due follie, come ci sono due solitudini. C’è una follia subita… subita da chi la vive. Questa non è invidiabile ne felice. E’ nera e basta. Nient’altro che nera, pesante. Così, c’è una solitudine cattiva. una solitudine d’abbandono, in cui uno si scropre abbandonato… magari da sempre. Questa solitudine non è quella di cui parlo nei miei libri. non è quella che io abito, e non è in essa che mi piace entrare, anche se, come a chiunque, mi è capitato di conoscerla. E’ l’altra la solitudine che frequento, ed è di quest’altra che parlo, quasi da innamorato.
***
Se vogliamo trasmettere qualcosa in questa vita, è possibile con la presenza, molto più che con la lingua e la parola. La parola deve sopraggiungere in certi momenti, ma quello che istruisce, che dona è la presenza. E’ lei che silenziosamente agisce. Per esempio, un innamorato non potrà convincermi delle grazie e delle virtù della sua amata. In compenso, quello che può fare è di essere talmente pervaso, talmente portato da quell’amore, che delle onde si trasmettono da lui a me e provocano uno stupore, poi una sorta di gioia trasmessa indirettamente e allora, forse, il desiderio di amare a mia volta. Credo che uno sia contagioso di per sé. E’ la stessa cosa che avverto anche nei libri. I libri trasmettono la persona che li ha scritti. Trasmettono il suo respiro. (CHRISTIAN BOBIN)
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“Nel segreto di una lapide misconosciuta affiorano i desideri, le alleanze e le tensioni che animano la vita di una comunità nel corso del XVIII secolo. Il libro racconta un processo di invenzione della tradizione, mostra la forma interna delle parentele e la loro segmentazione interna, parla di scritture domestiche, soprannomi collettivi, politiche del prestigio e strategie familiari per l’accesso alle risorse comuni. Un saggio di antropologia storica.”
Massimo Angelini
€14.00Editore : PentàgoraAutore : Massimo Angelini
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Il corpo ha un linguaggio proprio, attraverso il quale esprime la gioia e la sofferenza; ma è anche linguaggio in sé, un “libro di carne”. Imparare a leggere il corpo vuol dire prestare attenzione alla sua struttura, saper decifrare le forme del labirinto anatomico. Significa anche riascoltare quanto raccontano i grandi miti dell’umanità intorno alla natura e alla sottile funzione di ogni organo. Implica, infine, la riscoperta dell'”albero” dei qabbalisti: se l’uomo è «creato a immagine di Dio», la figura del suo corpo dev’essere letta come riflesso terrestre di quell'”albero di vita” di cui parla la tradizione della Qabbalah.
€24.00Anno : 2010Autore : Annick de Souzenelle
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Versione Standard
“Qual è il futuro della nostra capacità di generare? Cosa succederà a quelle funzioni fisiologiche che tralasciamo di impiegare? Poiché sta cambiando il modo di fare nascere i bambini, dobbiamo, di conseguenza, attenderci un qualche mutamento della nostra specie? Le acquisizioni della scienza in rapido sviluppo sapranno donarci una nuova consapevolezza? Con competenza e attenzione interdisciplinare, Michel Odent, chirurgo e ostetrico di fama mondiale, prova a mettere a fuoco queste domande, partendo in modo provocatorio da un semplice dubbio: abbiamo ancora bisogno delle levatrici? E ancora: per quanto tempo potremo continuare a eludere le leggi che guidano la selezione naturale? Saremo capaci di riconoscere le giuste risposte prima di imboccare la strada senza ritorno verso l’estinzione? Sono domande cruciali, alle quali Odent, chirurgo e ostetrico di fama mondiale, prova a rispondere.”
€12.00Editore : PentàgoraAutore : Michel Odent
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