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Elogio del nulla
di Christian Bobin

Che cosa può dar senso alla vita? Una domanda sulla quale sembra ritornare insistentemente Bobin in questo libro: facendo leva su parole e idee, non però per rispondere, anzi è proprio la non risposta il gioco insostituibile di ogni solitudine, emerge la beata solitudine, accostamento contemplativo e libero a sé, all’altro, agli esseri, all’esistente, alle cose: benessere, grazia. “L’amore, la solitudine sono come i due occhi d’un unico volto: non diviso, né divisibile”.

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Codice Prodotto: 977 Categorie: , Tag Anno

Autore Christian Bobin

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Descrizione

Elogio del nulla
di Christian Bobin

Che cosa può dar senso alla vita? Una domanda sulla quale sembra ritornare insistentemente Bobin in questo libro: facendo leva su parole e idee, non però per rispondere, anzi è proprio la non risposta il gioco insostituibile di ogni solitudine, emerge la beata solitudine, accostamento contemplativo e libero a sé, all’altro, agli esseri, all’esistente, alle cose: benessere, grazia. “L’amore, la solitudine sono come i due occhi d’un unico volto: non diviso, né divisibile”.

Editrice: Servitium

Estratti…

«Cosa dà senso alla mia vita? Nulla […]». […] Perché ai nostri giorni occorrerebbe un senso? Per salvarli? Ma [la vita] non ne ha bisogno. Non c’è perdita nelle nostre vite, perché le nostre vite sono perdute da sempre, perché continuano a svanire momento dopo momento. Nella sua lettera una parola mi infastidisce. La parola «senso». Mi permetta di cancellarla. Guardi cosa diventa la sua domanda, come si presenta bene adesso. Aerea, agile: «Cosa le dà la vita». Stavolta la risposta è facile: tutto. Tutto ciò che non è me e mi illumina. Tutto ciò che ignoro e che aspetto. L’attesa è un fiore semplice. Germoglia sui bordi del tempo. È un fiore povero che guarisce tutti i mali. Il tempo dell’attesa è un tempo di liberazione. Essa opera in noi a nostra insaputa. Ci chiede soltanto di lasciarla fare, per il tempo che ci vuole, per le notti di cui ha bisogno. Lo avrà senza dubbio notato: la nostra attesa – di un amore, di una primavera, di un riposo – viene sempre soddisfatta di sorpresa. Come se quello che speravamo fosse sempre insperato. Come se la vera formula dell’attendere fosse questa: non prevedere niente, se non l’imprevedibile. Non aspettare niente, se non l’inatteso. Questo sapere mi viene da lontano. […] Mi viene dall’unico maestro che io abbia avuto: un albero. Tutti gli alberi nella sera trepida. Mi ammaestrano con il loro modo di accogliere ogni istante come una buona ventura. L’amarezza di una pioggia, la follia di un sole: tutto è nutrimento per loro. Non hanno preoccupazione di nulla, e soprattutto di un senso. Attendono, di un’attesa radiosa e tremula. Infinita. […] Un albero che risplende di verde. Un viso inondato dalla luce. Questo basta per ogni giorno. Anzi, è molto. Vedere ciò che è. Essere ciò che si vede. Smarrirsi nei libri, o nei boschi. La natura sommerge i libri. L’erba ricopre il pensiero. Il verde assorbe l’inchiostro. […] L’arte di camminare è un’arte contemplativa. All’inizio si guarda quello cui si passa accanto, poi lo si diventa. Non si è più una traversata luminosa del paesaggio. Si è soltanto, se stessi, una farfalla morta, polverizzata dal vento. Non si lotta più con l’aria, con il vuoto dell’aria, con gli angeli nel vuoto. […] Si è nelle migliori mani che ci siano, quelle del vento, del nulla innocente di ogni giorno. Portati via, abbandonati, ripresi. Che altro? Il lavoro: nulla. Il pensiero: è niente. Il mondo: è niente. La scrittura che è lavoro, pensiero, mondo: niente. Resta l’amore che ci solleva da tutto, senza salvarci da nulla. […] L’amore non revoca la solitudine. La porta a compimento. Le apre tutto lo spazio per bruciare. L’amore è niente più che questo bruciare, come bruciare al calor bianco. […] Una luce nel respiro. Niente di più. E tuttavia mi sembra che una vita intera sarebbe leggera, affacciata su questo nulla. Leggera, limpida: l’amore non oscura ciò che ama. Non l’oscura perché non cerca di prenderlo. Lo tocca senza prenderlo. Lo lascia andare e venire. […] Elogio del poco, lode del debole. […] L’amore […] si accompagna alla gioia. La gioia è una scala di luce nel nostro cuore. Porta ben più in alto di noi, ben più in alto di sé: là dove non c’è più niente da afferrare, se non l’inafferrabile”.

“Illumina ciò che ami senza toccarne l’ombra”

“Non si può pensare quando si è innamorati. Si è troppo impegnati a bruciare la propria casa. Non si conserva per sè alcun pensiero. Essere innamorati è come essere ubriachi…”

“Solo l’Amore dà un senso alla mia vita, rendendola insensata a se stessa. Che cosa dire di più: la mia vita mi sfugge.”

“La mia vita fiorisce lontano da me, me ne separo quando vado nel mondo. La ritrovo contemplando il cielo.”


“Non c’è perdita nelle nostre vite, perchè le nostre vite sono perdute da sempre, perchè continuano a svanire momento dopo momento.”


“Cosa mi dà la vita? Tutto ciò che non è me mi illumina.”

“L’amore ci solleva da tutto, senza salvarci da nulla.”

“L’amore non revoca la solitudine, la porta a compimento.”

“L’amore non oscura ciò che ama, lo tocca senza prenderlo. Lo lascia andare e venire.”

“L’Amore è libertà. La libertà non và a braccetto con la felicità. Si accompagna alla gioia. La gioia è come una scala di luce nel nostro cuore. Porta ben più in alto di noi, ben più in alto di sè: là dove non c’è più niente da afferrare, se non l’inafferrabile.”

 

 

 

Informazioni aggiuntive

Peso 1 kg
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