Le donne nascoste nella Bibbia

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Titolo: Le donne nascoste nella Bibbia
Autore: Luigino Bruni
Formato: 12 x 20,5 cm
Pagine: 144
Isbn: 9791280008145

La Bibbia e i Vangeli sono popolati di donne che camminano, si spostano, e quasi sempre di fretta. […] Camminano e corrono; amano con le mani e con i piedi, che conoscono perché se ne prendono cura. […] La fede e la pietà proseguono la loro corsa nel mondo perché uomini e donne continuano a correre lungo la via. E, in questa comune corsa, i piedi delle donne corrono diversamente e di più”.

 

Quello di Luigino Bruni è un saggio dal solido approccio ermeneutico ma dal taglio divulgativo, che presenta alcune figure bibliche femminili in tutta la loro interezza di donne forti, compassionevoli e intraprendenti nonostante la cultura patriarcale in cui sono immerse. Un testo che acquista un valore particolarmente significativo alla luce della richiesta delle donne, non ancora realizzata pienamente, di essere ascoltate e riconosciute nella propria specificità

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Codice Prodotto: 9791280008145 Categorie: , Anno 2020

Autore Luigino Bruni

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Descrizione

Dalla prefazione:

Di tanto in tanto qualche esegeta cerca di metterlo in dubbio, ma è molto probabile che tutti i redattori della Bibbia siano stati maschi. Ma ciò non significa che nella Bibbia non ci sia una importante, costante e meravigliosa presenza di donne. Una presenza a tratti evidente e ben nota (si pensi a Eva, Maria, alla Maddalena, Susanna, o a Giuditta, Rut, Ester cui sono intitolati dei libri biblici). Molte altre volte, invece, le donne sono celate nelle pagine bibliche, vanno cercate, scovate, e fatte parlare. Questo libro è un insieme di ritratti di alcune figure femminili (più o meno) nascoste, quelle incontrate in questi anni di lavoro, tenace e appassionato, sulla Bibbia – in particolare nella Bibbia ebraica o nell’Antico Testamento dei cristiani. Leggendo scoprirete che non sono figure minori, perché alcune di queste svolgono dei ruoli fondamentali, e perché molte sono semplicemente meravigliose, ancora vive nella loro umanità, fede, amore. Quasi tutte queste donne (se si eccettuano quelle più note, come la regina di Saba o Getsabea) le ho scoperte per la prima volta mentre negli anni studiavo e commentavo questi libri. Le ho conosciute in presa diretta, mi si sono presentate mentre lavoravo, e io le ho viste come si vede una persona viva. Spesso ne sono rimasto affascinato, qualche volta incantato e incatenato dalla loro bellezza. Non sono sempre personaggi edificanti, campionesse di morale e di pietas. Sono donne, come tante, come tutte; ma vere e belle come tante, come tutte. La Bibbia è grande anche perché non ha avuto paura di mostrare i limiti dei suoi eroi, ce li ha raccontati interi, intreccio di vizi e virtù.

Le donne nella Bibbia le incontriamo spesso durante crisi profonde, quelle in cui sono in gioco rapporti primari. Sono le abitanti e le protagoniste dell’oikos, conoscono, scrivono e vivono un’altra oikos-nomia. E quando si attraversano crisi profonde e complesse, lo sappiamo, l’incontro con qualcuno che ci mostra un’altra prospettiva può essere l’evento decisivo. Qualcuno che ci fa salire sopra un colle per guardare dall’alto la nostra città assediata, e da lì scoprire vie di fuga che quando eravamo ancora immersi nella lotta non potevamo vedere. Nella Bibbia coloro che offrono queste prospettive diverse sono soprattutto i profeti e le donne. Esiste, infatti, un’amicizia tra profezia e il femminile. Entrambi sono concreti, attivano processi, non occupano spazi, parlano con la parola e con il corpo, e per istinto invincibile scelgono sempre la vita, le credono e la celebrano fino all’ultimo soffio. I profeti e le madri ospitano e generano una parola viva che non controllano, le offrono il corpo perché il figlio-parola si tramuti in carne, senza diventarne i padroni. Il sangue e la violenza continuano a scorrere copiosi nelle storie bibliche. Gli attori delle violenze sono (quasi sempre) maschi che mostrano una grande cattiveria della testa che si unisce a quella della pancia. Tra tutti gli uomini che scrivono le pagine insanguinate della storia, ogni tanto si inseriscono delle donne, che con le loro brevi apparizioni umanizzano i racconti, svelando l’altro volto di Dio. Le donne entrano in scena per dirci nuove parole sull’uomo e su Dio quando i maschi hanno consumato e dilapidato le loro ultime risorse di umanità, e sono diventati anche loro, finalmente, mendicanti di parole di vita.

Le donne, poi, sono le esperte della parola. Le parole possono uccidere, e spesso lo fanno; ma sanno anche allontanare la morte. È logos il primo nemico di tanatos. Come Sherazade, finché abbiamo ancora qualcosa da raccontare, possiamo rinviare di un giorno il suo arrivo, e, forse, quando giungerà perché avremo terminato il nostro racconto, scopriremo che avevamo ancora una storia da narrare, ed era quella per lei.

Le donne hanno una particolare familiarità con la morte, perché hanno una speciale intimità con la vita. Forse perché per millenni hanno custodito la casa, e lì hanno sviluppato una delle relazioni primarie mentre gli uomini, fuori, si dedicavano all’economia delle relazioni produttive e militari. Le donne sono diventate esperte di vita e di morte, insieme. Hanno lavato e vestito i propri bambini e i propri morti, accudito ferite che raramente guarivano, apparecchiato lo stesso letto, spesso l’unico grande della casa, oggi per un parto e domani per la camera ardente di un genitore. In rapporto alla morte, la vita è per loro come un «giardino per ciechi»: non la vedono ma la toccano, la sentono, la respirano. E quando, alla fine, aprono finalmente gli occhi e la guardano in faccia, scoprono che la conoscevano già, come solo una donna conosce una sorella. La morte non sembra essere il loro nemico più grande. Per uccidere veramente una donna non basta toglierle la vita. Nella Bibbia le donne, in genere, non terminano la loro vita morendo, ma uscendo di scena dopo essere state violentate e umiliate, a dirci, forse, che sono tali eventi funesti a uccidere per davvero. Nella Bibbia quasi tutti i personaggi sono ancora vivi. Sono vivi gli uomini, lo sono di più le donne; forse perché in quel mondo dominato (molto più di oggi) dai maschi, le donne non erano viste, o erano viste come comparse in ruoli fissi e in genere sottomessi. Quando allora nella Bibbia si incrocia una donna non è mai un evento banale. Quel- le donne hanno in genere lottato e sofferto molto per entrare nel racconto, hanno dovuto farsi spazio in una cultura che a loro non ne dava spontaneamente. Per questo nessun incontro con una donna biblica lascia indenni. Ci segna, ci in-segna molte cose. Incontrandole mi sono fermato, ho intessuto dialoghi, ho cercato prima di ascoltarle e poi ho fatto loro qualche domanda, e quasi sempre mi hanno risposto. Se, come usavano dire i Padri della Chiesa, la Bibbia cresce con chi la legge (destino di tutti i grandi testi), anche i personaggi che essa contiene crescono con i loro lettori. Rispondono a domande nuove, e, qualche volta, riescono a farne a noi – e sono sempre sorprese stupende.

Quello che questi dialoghi mi hanno insegnato lo troverete nelle pagine che seguono, dove ho cercato di condensare ogni emozione, ogni vibrazione dell’anima, ogni commozione, ogni indignazione e ogni rabbia, e sopra ogni cosa tutta la stima e il fascino per quelle donne, e per quegli scrittori che ce le hanno raccontate, qualche volta con una prosa sublime.

Un’ultima nota.

Affinché la lettura della Bibbia possa essere efficace, perché ci segni e ci in-segni qualcosa prima della nostra fede e della nostra non-fede, prima e oltre le nostre convinzioni su che cosa sia o non sia la Bibbia, dovremmo fruire delle sue pagine come fosse la prima volta. Per tanti forse lo è realmente, ma questo esercizio intellettuale e spirituale dovremmo farlo tutti, anche i più avvezzi alla Scrittura. Andiamo con nostro fratello nei campi e solo lì scopriamo di essere uccisi; saliamo con un figlio su un monte e quando siamo giunti sulla cima, con la legna e l’altare pronti, apprendiamo che il ragazzo vivrà, neanche un attimo prima; iniziamo a scalare una montagna e non sappiamo se in cima ad attenderci troveremo tre croci o tre tende; finiamo dentro un sepolcro, e ignoranti facciamo l’esperienza pazzesca di ritrovarci risorti. È questa ignoranza voluta e cercata che fa della lettura biblica una lettura viva e vera, che ci regala una delle avventure più stupende sotto il sole: immergersi in un libro e ritrovarsi nell’Eden, a parlare con gli angeli, a sognare ancora Dio.


Se la Bibbia, in quanto Libro per antonomasia, è Scrittura esemplare, Parola creatrice e Racconto fondativo, Luigino Bruni parte da tale assunto per ribaltarne l’usuale punto di vista. Un’ermeneutica del testo in cui la donna, troppe volte sempre e solo Eva, Maddalena o Vergine Maria, si riscatta da sola in quanto figura viva, sostenuta da un approccio nuovo: insolito e scomodo perché contesta con lucidità e determinazione il potere e i soprusi del patriarcato, ma per questo libero da preconcetti e pregiudizi. E se anche la presenza femminile viene occultata, sminuita, dimenticata, la donna imprescindibilmente esiste, nella Bibbia e nella vita. Lo fa affermandosi nella drammaticità del reale, crepata, imperfetta e profetica. In questo saggio appassionato non smette mai di chiedere voce, stimolando riflessioni che travalicano l’ambito puramente religioso e teologico per parlare al sociale, al politico, all’umano. Ritratti di donne che nascono nella Bibbia, ma che da lì l’autore fa uscire affinché, oltre a fornirci, per la storia delle origini, una chiave di lettura inclusiva e imparziale proprio perché schierata e partigiana, possano in qualche modo anche guidarci nell’esperienza presente e futura.

 

L’autore: Luigino Bruni (1966) è professore ordinario di Economia politica presso l’Università Lumsa di Roma. Direttore scientifico dell’evento “The Economy of Francesco” (Assisi, 19-21 novembre 2020) è anche coordinatore del progetto Economia di Comunione del Movimento dei Focolari, co-fondatore e presidente della Scuola di Economia Civile, editorialista di “Avvenire” e autore di saggi tradotti in una decina di lingue. Fra gli ultimi libri pubblicati: Più grandi della colpa. Una rilettura di Samuele (EDB, 2020), Il capitalismo e il sacro (Vita e Pensiero, 2019), L’arca e i talenti (Edizioni San Paolo, 2019), La pubblica felicità (Vita e Pensiero, 2018), Il capitale narrativo (Città Nuova, 2018), Il capitalismo infelice (Giunti-Slow Food, 2018).

 

In copertina un’illustrazione di Giulia Sollai.

 

Settore: saggio religioso
Pubblico: lettori di saggi; studiosi e appassionati di teologia, scienze sociali, filosofia e storia.

Informazioni aggiuntive

Peso 0.5 kg
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Vatican News: https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2021-03/bibbia-storie-donne-libro-luigino-bruni-animamundi-edizioni.html